Lo Stato paga un risarcimento per chi subisce danni irreversibili per via di una vaccinazione obbligatoria? La riposta è sì. Ma in caso di vaccino solo raccomandato come funziona?
I foglietti illustrativi dei vari vaccini indicano, in maniera diversa, possibili effetti collaterali, tra i più comuni, come spossatezza e dolori articolari, fino ai più rari. In caso di effetto collaterale raro e quindi più grave, cosa succede?
Matteo Salvini ha portato la questione in Aula almeno una volta, ma è stata bocciata. “L’abbiamo proposto in commissione e ce l’hanno bocciato - ha raccontato, per poi chiarire la sua posizione - “se ci sono dei danni conseguenti, mi risarcisci tu che mi stai portando a fare questa scelta”.
Secondo la Legge cosa succede in questi casi, cioè nel caso in cui un vaccino obbligatorio o consigliato ha effetti collaterali sulla persona? La risposta in merito al vaccino contro il Covid-19 non c’è, è troppo presto e nessun tribunale è stato sottoposto a questa controversia, ma esistono esempi passati che possono illuminarci.
Basta tamponi: il vaccino fatto per non spendere soldi
Una tematica come quella del risarcimento prevede sicuramente un certo tipo di dibattito, prima di tutto quello sulla responsabilità. Chi deve pagare: lo Stato o l’azienda che produce il vaccino?
Secondo il segretario della Lega, Matteo Salvini, è lo Stato che imponendo il green pass, come il green pass esteso, obbliga il cittadino a fare il vaccino. L’alternativa è un tampone ogni tot giorni, un metodo costoso e che crea divisioni, dice Salvini.
Mio figlio in questi minuti sta andando a vaccinarsi a Milano non perché convinto, ma perché la settimana prossima ha gli allenamenti di calcio e dovrebbe fare tre tamponi a settimana per un costo di 30 euro a tampone.
Un tampone costa in realtà 15 euro per i maggiorenni, quindi dai 18 anni in su e 8 euro per i minorenni. A parte il prezzo riportato male, la domanda implicita rimane lecita. Se una persona non vuole pagare per i tamponi cosa deve fare? La riposta è il vaccino.
Chi è responsabile in caso di effetti collaterali per un vaccino?
Il dibattito sulla responsabilità è stato già affrontato per via dei contratti di acquisizione dei vaccini con le case farmaceutiche di produzione. Nei contratti i termini sulla responsabilità sono vaghi, ma tutto va visto in relazione al numero di casi gravi che potrebbe emergere.
Nel frattempo, per il singolo e sfortunato caso, chi paga? La riposta è ovvia: lo Stato italiano. È vero che chi si vaccina firma un modulo di consenso informato che sembrerebbe deresponsabilizzare tanto la casa di produzione del vaccino, quanto il personale sanitario, ma lo Stato non è escluso.
Infatti ci sono ben due leggi che garantiscono un risarcimento in caso di danni collaterali a un trattamento medico, come appunto il vaccino, oltre che una recente sentenza della Cassazione.
Le leggi sul risarcimento per i vaccinati
Il primo aspetto che va sottolineato è che nessun consenso informato è davvero una rinuncia alla possibilità di richiedere un risarcimento. Infatti, come sottolinea l’articolo 1229 del Codice Civile: “È nullo qualsiasi patto preventivo di esonero o di limitazione di responsabilità per i casi in cui il fatto del debitore e dei suoi ausiliari costituisca violazione di obblighi derivanti da norme di ordine pubblico”.
E non solo, la legge n.210 del 1992 riconosce degli indennizzi per chi riporta dei danni irreversibili per colpa di una vaccinazione obbligatoria. La Corte Costituzionale ha poi esteso l’applicazione di queste leggi anche alle vaccinazioni raccomandate. È così riportata:
L’indennizzo (ndr. è previsto) a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie e vaccinazioni non obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati.
Quindi, alla luce di questa sentenza, che modifica la precedente legge, anche in caso di vaccinazione non obbligatoria, come quella contro il Covid-19, è previsto un risarcimento, anche con la firma di un consenso informato.
A chi rivolgersi per ottenere un risarcimento?
Solitamente la responsabilità è dello Stato, ma ci sono anche casi nel quale è l’azienda che produce il farmaco o il vaccino che si assume tale responsabilità. Questo accade quando il foglietto illustrativo è poco chiaro, lascia spazio a interpretazioni o, in ultimo, non informa correttamente.
In questo momento non è chiaro a chi ci si dovrebbe rivolgere, proprio perché non si è creata una controversa simile. Saranno i tribunali, nel caso di presentino denunce e richieste di questa natura, a dare sentenza e quindi a creare una base per le norme future.
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