Little Nightmares 2 - Recensione: incubi e ansia in un sequel che dipinge la paura

Matteo Novelli

15/02/2021

18/02/2021 - 08:45

condividi

La recensione di Little Nightmares 2: il nuovo gioco di Tarsier Studios distribuito da Bandai Namco si muove tra orrori e avventura con una curatissima direzione artistica ricca di riferimenti.

Little Nightmares 2 - Recensione: incubi e ansia in un sequel che dipinge la paura

Qual è la sensazione più riconducibile agli incubi? L’ansia. Il rendersi conto in modo più o meno esplicito che c’è qualcosa che non va. Little Nightmares II parte proprio da questo concetto, cercando di riportarlo nel videogioco: dopo il primo, ottimo capitolo (da recuperare se si vogliono cogliere tutti i riferimenti di questo sequel, o è un prequel?) Tarsier Studios amplia la mitologia di questo sinistro universo, dilatando la storia e gli orrori rifacendosi sempre alle paure più recondite e archetipe della nostra infanzia. Quelle che, spesso, ci inseguono anche da adulti.

Dicevamo: incubi. Personalmente mi capita raramente di farli, ma il più ricorrente (non so perché) ha a che fare con la scuola. Sognare di tornare tra i banchi, le lezioni, il timore di un’interrogazione a sorpresa o di un compito in classe: intendiamoci, non è l’essere a scuola il problema. È quella sensazione tipica dell’incubo, l’essere coscienti di essere un trentenne e di essere nel posto sbagliato, di non dover sottostare alla volontà di un docente severo, di non dover essere lì per una verifica.

Ritrovarsi intrappolati in un posto sbagliato con coscienza e impotenza ma da cui si desidera uscire: Little Nightmares II riesce a restituire al giocatore proprio questo. E guarda caso ha un intero livello ambientato in una scuola.

Little Nightmares 2: entrare nell’incubo e capire il mistero

Little Nightmares 2 opera un’operazione al contrario rispetto alla prima avventura: Six, la bambina dall’impermeabile giallo (un po’ Georgie di IT, un po’ Milo dell’omonimo film horror da cassetta del ’98) protagonista nel precedente episodio, si ritrovava intrappolata in una sorta di nave degli orrori, avventurandosi tra i vari cunicoli per sfuggire all’orrore nascosto dietro a presenze maligne oscure e minacciose. Una fuga silenziosa e attenta al minimo rumore che aveva un solo obiettivo: scappare per guadagnarsi la salvezza.

Il nuovo Little Nightmares 2 sovverte il concetto: si apre in un bosco, con un personaggio che non conosciamo (Mono) e sulla terraferma. Non si parte dalle profondità del mare per elevarsi a una superfice più sicura e lontana dagli orrori, ma ci porta a mano mano in scenari da incubo che aggiungono domande. Lo scopo non è solo sopravvivere, ma trovare risposte.

La maestra e il secondo livello ambientato nella scuola: meglio rifare la maturità

Little Nightmares 2 si lega poi al primo episodio nel gameplay, che gode di qualche simpatica aggiunta, nei riferimenti pittorici che dominano una direzione artistica attentissima a ombre, luci e colori. A rafforzare il legame tra i due giochi c’è anche l’unione di forze tra Mono e Six: non solo fa piacere ritrovare un personaggio che avevamo in qualche modo lasciato “al sicuro” nella puntata precedente, ma la nuova storia ci permette di affrontare il viaggio non in solitaria ma con una presenza amica che approfondisce motivazioni e conduce a svolte future inaspettate.

Dai mostri di Stephen King alle urla dei J-horror

L’elemento di forza di Little Nightmares 2 è, come nel gioco del 2017, la direzione artistica con cui vengono plasmati i cinque livelli del gioco (dalla durata variabile a seconda di quanto tempo vi concederete per l’esplorazione e la risoluzione delle varie side quest).

Il consiglio è quello di godersi le atmosfere del gioco e i vari livelli da affrontare nella loro interezza: il percorso impostato dal gioco è lineare ma concede alcune divagazioni che permettono di godere appieno il mood pensato dagli sviluppatori. Esplorare fessure, cunicoli, mensole e vicoli ciechi: come se vi trovaste davanti a un paesaggio mai visto prima. In questo Little Nightmares 2 riesce bene: indica la via principale ma concede al giocatore il lusso di pensare a come affrontare l’enigma o la minaccia di turno.

Tra The Ring e Videodrome

Il layout dei vari scenari, il character design dei personaggi e delle varie creature, l’uso del suono e dei lunghissimi silenzi: insomma, Little Nightmares 2 sa come spaventare e divertire anche i giocatori più coraggiosi. Non solo jumpscare, che non mancano, ma una conturbante e crescente sensazione di ansia capace di esplodere nei momenti clou (quando mostri come la Maestra o il Dottore iniziano a inseguirci affamati e rancorosi).

Siamo dalle parti di Stephen King per il modo in cui gli orrori si plasmano nel modo più violento e mostruoso (no, essere dei bambini sperduti e soli non vi risparmierà di certo delle morti orribili) unendo suggestioni e riferimenti del J-horror giapponese (creature urlanti, corridoi dove le tenebre inghiottiscono i pochi sprazzi di luce, televisori a tubo catodico come portali per l’orrore). Un miscuglio di generi e riferimenti che plasmano un horror dalla tinte agghiaccianti ma familiare, proprio come un incubo già vissuto ma rielaborato.

Un tranquillissimo momento di Little Nightmares 2

La paura c’è (ma non deve annoiare)

Attenzione all’effetto noia: Little Nightmares 2 sorprende non appena ci si cala nel nuovo scenario, alza l’adrenalina quando ci si ritrova ad affrontare la nuova minaccia ma basta un passo falso in combattimento (vedasi ad esempio un’arma alzata al momento sbagliato) o nella combinazione dei tasti utili ad aggrapparci o saltare per vanificare il tutto.

Fuggire dai manichini dell’ospedale: non così semplice

Il rischio è di entrare in un loop di ripetizioni del segmento di gioco appena affrontato, alzando il livello di frustrazione e abbassando quello dell’horror: insomma, la ripetizione di segmenti particolarmente ostici (che richiedono più di un paio di tentativi per capire cosa fare e cosa si è sbagliato in precedenza) rischia di rompere il delicato meccanismo di inquietudine innestato dalla cura degli scenari, rendendo una scena di impatto solo un quadro difficile da superare (portando nel peggiore dei casi il giocatore ad abbandonare la partita).

Il gioco gode di una longevità non elevatissima ma può essere rigiocato in compagnia con amici e novizi del genere, e dello stile, per urla e risate assicurate (in questo senso, scegliete bene le vittime a cui destinare il pad). Peccato non aver aggiunto una componente multiplayer, visto anche la presenza di due personaggi: la storia punta su altre rivelazioni, richiedendo quindi l’uso di un giocatore singolo, ma il poter affrontare il gioco in modalità multigiocatore, locale, avrebbe aggiunto un grado di sfida (e divertimento) in più.

Recensione Little Nightmares 2: voto, pro e contro

Little Nightmares 2 aggiunge un’ulteriore conferma al talento dei Tarsier Studios e pone le basi per una serie horror affascinante, ampliandone la mitologia e i misteri, lasciando la porta aperta a un terzo episodio. L’importante è non far svegliare il giocatore dall’incubo, cercando di mantenere intatto il divertimento, proteggendo il più possibile un ricettacolo di sensazioni e reference artistiche affascinante e prezioso.

  • Voto: 8,5
  • Pro: una direzione artistica curata fin nei minimi dettagli, ricca di omaggi e riferimento al mondo degli horror. Fa paura.
  • Contro: alcune parti sono fin troppo ostiche e spezzano l’atmosfera in favore di una risoluzione del passaggio necessario ad andare avanti.

Note: abbiamo giocato Little Nightmares 2 grazie a un codice per la copia digitale per PS4 in versione deluxe (che contiene tra le altre cose un artbook, la colonna sonora, temi e avatar). Il gioco è disponibile per PS4 e Xbox One (in digitale via PSN e Xbox Live), Nintendo Switch e PC (Steam).

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO