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Le migliori economie 2013 secondo il FMI

martedì 31 dicembre 2013, di Valentina Pennacchio

Quali sono state le migliori economie 2013? In un articolo della Cnn Money sono state riportate le migliori economie 2013 secondo il FMI, che ha preso in considerazione un certo indicatore. Ecco quali sono i Paesi e perchè.

Le migliori economie 2013

Secondo il FMI le migliori economie 2013 sono state le seguenti:

  • Brunei: minor debito pubblico (2,4% nel 2013). Un buon risultato per questo piccolissimo Stato dai 400.000 abitanti che sta cercando di ridurre la sua dipendenza dal petrolio spingendo in settori come quello bancario e del turismo;
  • Guinea Equatoriale: maggiori investimenti (61,3% del PIL). Le scoperte petrolifere hanno trasformato l’economia di questo Paese, prima totalmente legato all’agricoltura, che oggi ha il più alto reddito pro capite del continente. Nonostante la crescita, la Guinea Equatoriale deve combattere ancora con problemi sociali endemici, tra cui la povertà e alti tassi di malattia;
  • Sudan del Sud: crescita più rapida (24,7%). Il Paese, diventato uno Stato indipendente con il referendum del 2011, è sull’orlo della guerra civile. La rapida crescita dell’economia dipende quasi interamente dal petrolio e maschera la realtà della nazione africana: gravemente sottosviluppata;
  • USA: dimensioni dell’economia. Non ci sono shutdown o tapering che tengano: gli USA restano l’economia più grande ed importante del mondo. Il PIL nazionale supera i 16.000 miliardi dollari, quasi il doppio della seconda economia più grande del mondo, la Cina, che ha un valore di 8.940 miliardi dollari. Nonostante sia iniziata una live ripresa, molti americani non ne sentono ancora i benefici. La maggior criticità è rappresentata dalla disoccupazione di lungo termine, a cui si aggiungono la limitata crescita dei salari e l’aumento dei tassi ipotecari;
  • Lussemburgo: PIL pro capite più alto ($110,573.00 - circa 80.422 euro). Per il secondo anno consecutivo, il Lussemburgo vanta il più alto prodotto interno lordo pro capite. I punti di forza sono: una piccola popolazione, la finanza, l’economia e la stabilità.

E le peggiori economie 2013?

Le stime del FMI non sono tutte rosa e fiori. Qual è l’altro lato della medaglia, ovvero le peggiori economie 2013?

  • Repubblica Centrafricana: variazione del PIL (-14,5% nel 2013). Il Paese, dilaniato da guerre civili, instabilità e corruzione, rappresenta la peggiore economia del 2013, nonostante le risorse naturali di oro, legname, diamanti e uranio. Per il 2014 il FMI prevede che si stabilizzerà;
  • Malawi: PIL pro capite ($215.22 - circa 156 euro). Circa la metà della popolazione, prevalentemente rurale, del Malawi vive con meno di 1 dollaro al giorno e la sicurezza alimentare è una sfida costante per il paese dell’Africa meridionale, che ha una storia di sottosviluppo. Il Malawi è uno dei Paesi più poveri del mondo;
  • Iran: inflazione al 42,3%. Nonostante la ricchezza del petrolio, l’economia ha dovuto fare i conti con livelli di inflazione impressionanti;
  • Macedonia: tasso di disoccupazione al 30%. La Macedonia è in cima alla classifica della disoccupazione per il secondo anno consecutivo. Il FMI prevede che quasi 1/3 dei lavoratori uscirà dal mercato del lavoro quest’anno. Tuttavia l’economia, che si basa su agricoltura, settore tessile e quello delle automotive, è destinata a crescere modestamente quest’anno;
  • Giappone: debito pubblico al 244%. La zavorra alla terza economia mondiale è il debito pubblico. L’Abenomics porterà a dei risultati?

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