Lavoro, Istat: Stipendi italiani al dodicesimo posto in Europa. In quali Paesi si guadagna di più?

Marta Panicucci

4 Marzo 2013 - 10:37

Lavoro, Istat: Stipendi italiani al dodicesimo posto in Europa. In quali Paesi si guadagna di più?

Secondo un report dell’Istat pubblicato nei giorni scorsi, l’Italia nella classifica dei salari medi si piazza al dodicesimo posto nell’Unione europea, sotto la media dei Paesi della moneta unica, ma appena sopra quella dell’intera Unione. La retribuzione oraria lorda per i lavoratori italiani nel mese di ottobre 2010 è inferiore di circa il 14,6% a confronto con quella della Germania, del 13% nel paragone con il Regno Unito e dell’11% con la Francia; risulta invece superiore del 25,9% rispetto alla Spagna.

Lo stipendio preso in considerazione per tale rapporto è espresso in termini nominali, cioè senza tener conto del potere di acquisto, ed è calcolato sui dipendenti con contratto a tempo pieno escludendo gli apprendisti. Il rapporto pubblicato dall’Istat consiste in una rilevazione quadriennale sulla struttura delle retribuzioni armonizzata a livello europeo che analizza il mese di ottobre perché privo di giorni festivi e degli effetti del lavoro stagionale.

Media europea

Sempre prendendo in considerazione la retribuzione oraria registrata a ottobre 2010, la media dei Paesi della zona euro è pari a 15,2 euro, mentre nell’intera Unione è pari a 14,0 euro. L’Italia quindi con i suoi 14,5 euro per ora lavorativa si colloca leggermente al di sopra dell’Unione, ma più in basso rispetto agli altri Paesi dell’Eurolandia.

Osservando nel dettaglio la graduatoria europea, la media più elevata si registra in Danimarca con 27,09 euro; seguita dall’Irlanda (22,23 euro) e Lussemburgo (21,95 euro). Nella parte finale della graduatoria, invece, si situano Bulgaria con 2,04 euro, Romania (2,67 euro), Lettonia (3,78 euro) e Lituania (3,44 euro).

Penalizzati i neoassunti e i diplomati

Il dossier analizza anche le diverse situazioni interne al Paese e sottolinea come i neoassunti siano notevolmente penalizzati rispetto a coloro che possono vantare almeno 15 anni di anzianità.

"I dipendenti con almeno 15 anni di anzianità aziendale percepiscono una retribuzione annua superiore del 61,4% rispetto a quella dei dipendenti che sono stati assunti da meno di 5 anni’’

L’Istat prende in considerazione le imprese e le istituzioni con almeno 10 dipendenti nell’industria e nei servizi, escludendo le attività della pubblica amministrazione.
Chi lavora in azienda da meno di 5 anni percepisce una retribuzione oraria pari a 13,7 euro, per un totale di 22.461 euro all’anno, mentre i cosiddetti anziani guadagnano 19,9 euro all’ora e 36.247 euro annui.

Buone notizie, invece, per i laureati che possono vantare un stipendio medio di 42.822 euro annui, contro ai 19.296 euro di chi possiede solo la licenza superiore. I lavoratori laureati infatti percepiscono una retribuzione oraria più che doppia rispetto a quella dei lavoratori che hanno svolto solo le scuole dell’obbligo.

Distinzione di genere: le donne guadagnano meno

Altra interessante puntualizzazione riguarda lo stipendio femminile e la differenza di genere che comporta anche differenza di stipendio. Il divario in questo caso tra retribuzione maschile e femminile è del 21%, ovviamente a discapito della componente femminile. ’’Questa differenza è dovuta in parte al diverso numero di ore annue retribuite, che per i primi si attesta a 1.876 ore e per le seconde a 1.620 ore", spiega l’Istat. La forbice infatti si restringe se si considera lo stipendio orario: la retribuzione oraria delle donne è di 15,3 euro, mentre quella degli uomini è di 16,7 euro, il 9,2% in più.

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