La dittatura delle Banche Centrali sulla democrazia europea

Erasmo Venosi

13 Giugno 2014 - 13:53

Le proiezioni della Banca Centrale Europea sulle prospettive dell’area euro

La dittatura delle Banche Centrali sulla democrazia europea

I segnali “nanometrici” sull’incremento della produzione italiana, che stimolano commenti enfatici sull’economia, si scontrano con l’immutata politica della Bce, sul sentiero dell’austerità. Il comunicato della banca centrale europea sulle prospettive, dell’area euro riduce di 0,2 punti percentuali la crescita, da 1,2 a 1%.

La Bce rileva, che il consolidamento fiscale costituito da minori spese e maggiori entrate ammonterà, nel prossimo triennio a 0,7% di PIL dell’area euro, determinando una ulteriore contrazione di 0,5% punti di PIL. Continua poi, con affermazioni deterministiche “ misure fiscali ben disegnate hanno spesso effetti di breve periodo negativi sul tasso di crescita del PIL”, con affermazioni da cabala “ vi sono effetti positivi di lungo periodo sull’attività economica che non appaiono evidenti lungo l’orizzonte temporale della nostra analisi (2014-2016) ”. Concludendo “ i risultati della nostra analisi non devono essere interpretati come motivo per dubitare della necessità di ulteriori sforzi di consolidamento fiscale nel periodo di riferimento (2014-1016). Anzi, ulteriori sforzi di consolidamento sono necessari per restaurare finanze pubbliche sane nell’area euro. Senza questi consolidamenti, vi è il rischio che gli spread possano peggiorare. Inoltre, gli effetti sulla fiducia potrebbero essere negativi, tarpando le ali alla ripresa.”

Appare di estrema negatività quanto affermato considerata l’azione deprimente , che potrebbe svolgere e, svolge sulle aspettative. Famiglie e imprese, in tali scenari costatano l’inevitabile azione della Bce sui governi nazionali, attraverso la Commissione Europea producendo ulteriore recessione e tutto fondato sullo slogan “ meno PIL oggi per avere (forse ) più PIL dopo il 2016”. Nel comunicato Bce c’è un altro inquietante passaggio, che dimostra la determinazione a continuare la politica dell’austerità: ” “E necessario ma anche probabile che ulteriori misure di restrizione fiscale dovranno essere adottate prima del 2016.

Perché? Semplice! Perché le misure adottate dagli Stati non consentono, di rispettare il “ Trattato per la Stabilità, il Coordinamento e la Governance “ di cui la parte terza è costituita dal Fiscal Compact. La Bce ha deliberato giorni fa alcuni provvedimenti di politica monetaria espansiva, che alla presenza di trappola della liquidità (il cavallo non beve !) e di politiche fiscali restrittive genererà l’unico esito possibile: la deflazione. E’ tecnicamente impossibile rispettare gli impegni derivanti dal Fiscal Compact per i prossimi 20 anni.

La bocciatura delle politiche di austerità, praticate è tutta condensata nei numeri: nel 2007 i disoccupati erano 11,6 milioni a dicembre 2013, 19 milioni. Il Pil a prezzi costanti è di 1,5 punti percentuali inferiori a quello del 2007 (fonte; Commissione UE).

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