La Grecia non affitta l’Acropoli a Gucci. Atene non si svende

Maurizio Contini

15 Febbraio 2017 - 17:37

La commissione archeologica della Grecia rifiuta l’offerta di Gucci e decide di non dare in concessione l’Acropoli.

La Grecia non affitta l’Acropoli a Gucci. Atene non si svende

L’Acropoli non è un luogo idoneo per una sfilata, perché storia e cultura non hanno prezzo e non possono quindi essere date in concessione.
La commissione archeologica greca ha infatti dichiarato:“Il valore e il carattere dell’Acropoli è incompatibile con un evento di questo tipo”.

La questione nasce dalla richiesta di Gucci di affittare l’area dell’Acropoli per una sfilata, evento già avvenuto nel 1951 per Dior. La Grecia al momento si trova in un periodo di profonda crisi e molti hanno cominciato a pensare, come è avvenuto anche in passato, che potessero essere affittati i luoghi più importanti del patrimonio artistico del paese.

Il paese però non intende arrivare a ciò e la sua risposta rimane irremovibile, non si può infatti neanche pensare di poter affittare uno spazio di questo genere per un evento mondano.
Non si può infatti pensare che in un momento di difficoltà il paese sia disposto ad abbassare la testa e a vendersi al migliore offerente.

Sebbene le cifre che aveva offerto Gucci non fossero proprio inconsistenti e il periodo non sia dei migliori la Grecia ha comunque deciso di non piegarsi.
Ecco cos’è successo e quanti soldi aveva offerto la nota casa di moda per ottenere lo spazio.

La Grecia dice no a Gucci: l’Acropoli non si affitta

L’offerta della nota casa di moda è arrivata qualche giorno fa sul tavolo della commissione archeologica greca, una gran quantità di soldi per un paese che da ormai 7 anni si trova in una profonda crisi economica.
La proposta di Gucci era di dare 1 milione di euro per affittare per 15 minuti lo spazio dell’Acropolis.

Oltre al milione per l’affitto dello spazio sarebbero poi stati versati altri 55 milioni euro per i diritti delle riprese video, che avrebbero fatto il giro del mondo. Una quantità di denaro che in pochi pensavano la Grecia e Atene avrebbero rifiutato.
Arriva invece il no categorico della commissione archeologica, che dichiara come non sia disposta a svendere il suo patrimonio culturale per far fronte alla crisi.

La casa di moda italiana smentisce e afferma che la proposta era stata inoltrata, ma che non si era ancora parlato di cifre per l’evento, come invece scrivono i quotidiani greci.
Lo stesso Dimitris Pantermalis, direttore del museo dell’Acropoli, ribadisce però il concetto e afferma come non sia possibile svilire un’opera d’arte di questo tipo rendendola una semplice cornice di uno spot.

In passato molti brand hanno usato lo sfondo dell’Acropoli in modo inadeguato, un esempio è un servizio fotografico di Jennifer Lopez non autorizzato dalla commissione archeologica.

Gucci in questo caso aveva presentato la proposta riportando alla memoria un servizio fotografico che fece Dior nel 1951.

La scelta della commissione è stata sostenuta dai giornali locali e il Kathimerini parla di “umiliazione” in caso fosse stata accettata la proposta. Lo stato è sull’orlo del default, ha dovuto tagliare la spesa pubblica e sopportare la diminuzione del PIL, ma non può abbassare la testa e svendere le sue bellezze.

Quello di Atene è un messaggio forte e mostra come il paese non sia disposto a scendere a patti, sebbene si trovi in un momento di grandissime sofferenze. Gucci ha inoltre fatto sapere che ancora non erano state avanzate delle proposte in denaro e ha confermato di avere un incontro con le autorità per dar vita ad un nuovo programma culturale.

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