La Cina ha condannato a morte Lai Xiaomin, il manager accusato di corruzione

Pierandrea Ferrari

5 Gennaio 2021 - 12:28

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La Corte di Tianjin ha emesso una sentenza di condanna a morte per Lai Xiaomin, l’ex presidente di China Huarong Asset Management, accusato di essersi appropriato indebitamente di 276 milioni di dollari negli ultimi dieci anni.

La Cina ha condannato a morte Lai Xiaomin, il manager accusato di corruzione

In Cina la Corte di Tianjin ha condannato a morte Lai Xiaomin, l’influente manager a capo di China Huarong Asset Management, che nel corso delle udienze aveva ammesso le sue responsabilità in merito ad un giro di corruzione da 276 milioni di dollari.

I giudici cinesi, che contestavano all’imputato anche il reato di bigamia – cento sarebbero le relazioni extraconiugali intrattenute dal manager nell’arco degli ultimi dieci anni – hanno puntato il dito contro l’atteggiamento “avido e insensibile alle regole” di Lai Xiaomin.

Lai Xiaomin condannato a morte per corruzione

I fatti che hanno interessato il processo a carico del manager cinese risalgono al periodo 2008-2018, quando Lai Xiaomin era alla guida di China Huarong Asset Management, una delle quattro big cinesi nella gestione dei crediti deteriorati.

Come ammesso dallo stesso manager, le mazzette intascate ammontano a 1.788 miliardi di yuan, circa 276 milioni di dollari. “Un danno sociale enorme ed un crimine gravissimo” ha scritto nella motivazione della sentenza la Corte di Tianjin, poco dopo aver condannato alla pena capitale l’imputato.

Lai Xiaomin, che negli anni aveva ricoperto posizioni di vertice nella gerarchia del Dragone – inclusa la Presidenza del Dipartimento di supervisione bancaria centrale cinese (Pboc) – era stato già espulso dal Partito comunista nel 2018, sull’onda delle indiscrezioni che iniziavano a trapelare sul suo dossier.

Tra gli addebiti, come accennato, anche il reato di bigamia, severamente punito dalla giustizia cinese: il manager ha confessato infatti di aver avuto circa cento amanti negli ultimi dieci anni, aggravando così una posizione già irrecuperabile.

Definito dalla stampa governativa come “il più corrotto tra i corrotti”, il caso Lai Xiaomin è solo l’ultimo episodio di una campagna anti-corruzione che il presidente Xi Jinping ha inaugurato otto anni fa durante il diciottesimo congresso del Partito comunista, una stretta spesso sfociata in una resa dei conti tra i vertici dell’oligarchia politico-economica del Dragone.

Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa britannica Reuters, il manager e la China Huarong Asset Management hanno deciso di non rilasciare nessuna dichiarazione in merito alla sentenza emanata. Non sono stati offerti ulteriori dettagli, inoltre, sulle tempistiche che porteranno all’esecuzione della condanna a morte per Lai Xiaomin.

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