Mancano meno di 20 giorni alle elezioni in Italia e a zavorrare la Borsa oltre ai titoli bancari, ci pensa proprio la politica. Il timore dei mercati in questi giorni prende forma e consistenza: un possibile alleato in meno in Europa per le politiche di austerità e riforme strutturali, nel caso vincesse il centrodestra di Berlusconi.
Come abbiamo detto nei giorni scorsi è questo il fantasma che aleggia anche sulla Borsa di New York. Wall Street avanza piatta e Fitch minaccia il taglio del rating se non verrà messo a punto un chiaro piano di bilanciamento e risanamento dei conti pubblici. In controtendenza Tokyo balza del 3, 8%, ai massimi da settembre 2008, sulla scia delle dimissioni di Masaaki Shirakawa, governatore della BoJ.
Tornando in Europa, sul caso MPS, oggi è stato il giorno dell’interrogatorio di Antonio Vigni, ex direttore generale, che pare sia stato abbastanza collaborativo, e quello della riunione del Cda per fare il punto della situazione. Ieri Profumo ha dichiarato che non c’è nessun buco, i derivati
“sono operazioni che hanno spalmato una perdita nel tempo. Se decideremo di rivedere il bilancio e il cda sarà d’accordo la perdita andrà immediatamente nei bilanci poi nel tempo recupereremo la somma”.
Europa
I listini europei si muovono nel segno del ribasso. La maglia nera va a Parigi dove il Cac 40 cede l’1,23%, il Dax di Francoforte perde lo 0,99% e l’Ibex di Madrid lo 0,30%. Il Ftse 100 di Londra chiude piatto a quota + 0,21%.
Piazza Affari
Dopo la leggera ripresa di ieri Piazza Affari torna su un terreno negativo e registra un lieve ribasso con il Ftse Mib a quota -0,65% e l’All Share in calo dello 0,54%. Lo spread torna sopra i 290 punti. A incidere sul segno rosso ancora i titoli bancari con Mediobanca, Ubi Banca, Banca Popolare dell’Emilia e Unicredit.
Anche Snam segna rosso dopo i rumors che la vedono sempre più vicina all’acquisizione di Tigf dalla Total. L’aspetto negativo dell’accordo potrebbe risiedere nel peggioramento dell’indebitamento di Snam e nei scarsi benefici per l’eps della società.
Buona performance per Terna, che cavalca l’onda del progresso dei ricavi del 2012 (+10%).Anche gli investimenti sono migliorati (circa 1.240 milioni di euro), mentre l’indebitamento finanziario netto è passato dai 5.123 milioni di euro del 2011 a 5.900 milioni di euro del 2012. L’a.d. Cattaneo ha reso noti i futuri propositi:
“Completare il rinnovo e il potenziamento della rete di trasmissione nazionale ed esplorare nuove opportunità di business in attività non tradizionali, in Italia e all’estero, che stanno già dando un loro importante contributo”.
I rialzi
| Nome | Azimut Holding | Buzzi Unicem | Saipem | Exor | Terna |
| Variazione | +3,72% | +2,80% | +2,32% | +2,31% | +1,90% |
I ribassi
| Nome | Mediobanca | Tenaris | Ubi Banca | Banca Pop Emilia Romagna | Unicredit |
| Variazione | -3,86% | -3,01% | -2,45% | -1,72% | -1,70% |
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