Nel suo blog, The Conscience of a Liberal, il famoso economista americano, Paul Krugman, si lancia in un’analisi sulla situazione di Cipro e scrive, senza mezzi termini: "Cipro dovrebbe lasciare l’Euro. Subito."
Alla crisi non c’è bailout che tenga, il futuro del paese si prospetta peggiore di quanto non sia stato il passato e l’unico modo per riemergere è quello di lasciare la moneta unica, ecco il perché secondo l’economista.
Perché lasciare l’euro?
La ragione, scrive Krugman, è "inequivocabile"; rimanere nell’euro implica necessariamente ulteriori periodi di depressione economica che potrebbero durare per anni interi, mentre "lasciando l’euro e permettendo alla nuova valuta di svalutarsi, il processo di ricostruzione sarebbe nettamente più veloce".
I 3 elementi dell’economia cipriota
L’economia cipriota, scrive l’economista, si articola in tre elementi: le esportazioni, il turismo e il settore bancario.
Dei tre elementi, il settore bancario è appena "scomparso" e dando uno sguardo al profilo dei commerci esteri ci si rende conto di come anche questo sia stato danneggiato (basti pensare alle esportazioni di gas).
Tutto ciò porterà il paese al collasso. Inoltre, la Troika pretende nuove misure di austerity, anche se apparentemente il paese ha raggiunto la parità di bilancio.
A questo punto, scrive Krugman "non mi sorprenderebbe vedere un crollo del 20% nel PIL".
Cipro: cosa c’è nel futuro?
"Cipro ha bisogno di un boom del turismo, più la rapida crescita di nuove esportazioni" diverse da quelle abituali, ad esempio del settore agricolo, ipotizza l’economista.
Il modo più logico per raggiungere tale sviluppo è la svalutazione, oppure tagli importanti sugli stipendi, ma questa opzione comporterebbe ingenti danni sia sotto il profilo umano, sia economico.
Ma è ancora possibile lasciare l’Euro? Si domanda l’economista che argomenta così la sua teoria:
"Il punto di Eichengreen, secondo cui solo l’ombra di un’uscita potrebbe causare la fuga di capitali e l’assalto degli sportelli in preda al panico, è ormai opinabile: le banche sono chiuse e il capitale è sotto controllo. Quindi, se fossi un dittatore, avrei già prolungato la chiusura delle banche per il tempo necessario a preparare una nuova moneta."
E le banconote?
Non sono un esperto in materia, scrive Krugman, ma si potrebbe ricorrere a carte di debito e credito in modo che le aziende possano riprendere l’attività anche prima che le nuove banconote siano entrate in circolazione. Si potrebbero adottare misure temporanee e transitorie, fino a quando le macchine da stampa non abbiano finito il loro lavoro.
Spiega l’economista:
"Sì, sembrano idee disperate e improvvisate. Ma la disperazione è appropriata!" Altrimenti stiamo parlando di misure di austerity del calibro di quelle imposte in Grecia, ma in un paese i cui fondamentali, a causa dell’implosione del sistema bancario offshore, sono anche peggio di quanto non siano mai stati quelli della Grecia".
Non accadrà, ma sarebbe la cosa migliore
Conclude Krugman:
"La mia supposizione è che nulla di tutto ciò accadrà, almeno non per il momento. La leadership cipriota avrà più timore dell’ignoto che rappresenterebbe l’uscita dall’Euro, piuttosto che dell’orrore ovvio che comporterà rimanere nell’unione monetaria. Ma, come ho detto, credo che uscire dall’euro sia la cosa più giusta da fare ora."
| Traduzione e adattamento a cura di Federica Agostini | Fonte: The Conscience of a Liberal |
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