Iva, Tasi, bollo auto, canone Rai, ecco le tasse più evase anche nel 2014: mancano 130 miliardi all’appello

Valentina Brazioli

26 Novembre 2014 - 09:30

Iva, Tasi, bollo auto e canone Rai sono le tasse più conosciute (e meno amate) dagli italiani. Eppure, anche nel 2014 hanno fatto segnare il record di dribblaggio fiscale, andando a formare quei 130 miliardi di gettito mancante che affossa i nostri conti pubblici.

Iva, Tasi, bollo auto, canone Rai, ecco le tasse più evase anche nel 2014: mancano 130 miliardi all’appello

Iva, Tasi e bollo auto e canone Rai, chi le ha visti? Le tasse più odiate, contestate ma – a loro modo – anche famose, fanno segnare numeri record in tema di evasione fiscale.

Il canone Rai è la tassa più evasa

Se in queste ore si segnala un dietrofront del Governo sulla possibilità di inserire il canone Rai direttamente in bolletta (almeno per quanto riguarda la Legge di Stabilità), è innegabile che l’abbonamento alla televisione pubblica, complice gli scarsi meccanismi di controllo, sia la tassa più evasa in assoluto. Secondo le stime dell’esecutivo, il 26,5 per cento delle famiglie italiane non paga i 113,50 euro annuali dovuti all’azienda di Viale Mazzini. In soldoni? Un ammanco, ogni 12 mesi, di circa 600 milioni di euro. Le soluzioni? Al momento nessuna: le norme di gestione del canone risalgono a un Regio decreto del ’38 e, con il passare degli anni, si stanno rivelando sempre più inefficaci. Con buona pace delle oltre 16 milioni di famiglie che pagano regolarmente.

Manca un gettito Iva pari a 24 miliardi di euro l’anno

Ma se vogliamo guardare al monte complessivo delle mancate entrate, il canone Rai evaso rappresenta appena una goccia nel mare. Tra scontrini non battuti (o riportanti cifre inferiori) e fatture non emesse (o irregolari) si crea un buco Iva pari, ogni anni, a circa 24 miliardi di euro (secondo uno studio del Nens dell’ex ministro Visco).

Chi sono i grandi evasori italiani?

Secondo lo studio di Contribuenti.it i settori principalmente colpiti dal fenomeno dell’evasione sono gli industriali (32,7 per cento), seguiti a ruota dal comparto bancario assicurativo (al 32,2 per cento). Presenti anche i commercianti, gli artigiani, i professionisti e i lavoratori dipendenti, in quest’ordine. Le zone geografiche di appartenenza sono soprattutto situate nel Nord Ovest del Paese (31,4 per cento del totale) e nel Nord Est (21,7 per cento). Solo in misura minore, smentendo così diversi luoghi comuni, il fenomeno si registra al Centro (22,2 per cento) e al Sud (19,3 per cento).

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