Italicum, Senato e Titolo V della Costituzione: le ultime novità sull’Iter delle Riforme Costituzionali

Simone Casavecchia

27 Gennaio 2015 - 15:01

Le ultime modifiche apportate al testo dell’Italicum e le innovazioni della riforma del Senato: ecco come procede l’iter delle riforme costituzionali attualmente in discussione alle Camere.

Italicum, Senato e Titolo V della Costituzione: le ultime novità sull’Iter delle Riforme Costituzionali

Anche se l’attenzione maggiore è rivolta alle prime mosse del nuovo esecutivo greco e, sullo scenario nazionale, alle consultazioni in corso, per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, nella giornata di ieri sono continuati i lavori delle due Camere sul miglioramento delle Riforme Costituzionali che dovrebbero ridisegnare sia il sistema elettorale, sia la fisionomia delle due Camere (Senato in particolare) e delle funzioni che gli sono proprie.

Italicum
La nuova legge elettorale è attualmente in discussione al Senato. Dopo l’approvazione dell’emendamento Esposito, con il quale sono state fatte passare molte delle modifiche volute dalla maggioranza di Governo e benedette da Forza Italia, in virtù del Patto del Nazareno e sono stati, allo stesso tempo, stralciati molti degli emendamenti presentati dalle opposizioni, sono arrivate ieri ulteriori novità.
Grazie all’approvazione di due emendamenti (prima firmataria Anna Finocchiaro) vengono approvate tutte le modifiche previste dal Patto del Nazareno, tra cui:

  • Soglia di sbarramento al 3%: viene abbassato al 3% dei voti la soglia per l’accesso dei singoli partiti al Parlamento, in luogo delle differenti soglie di sbarramento previste dal testo uscito dalla Camera (che prevedeva: soglia di sbarramento del 4,5% per partiti che correvano all’interno di una coalizione, 8% per partiti che correvano da soli e 12% per coalizioni di partiti);
  • Premio di maggioranza: assegnato alla singola lista (singolo partito) e non alla coalizione di partiti, qualora vengano ottenute almeno il 40% delle preferenze (nella versione precedente del testo, il premio di maggioranza era assegnato al raggiungimento del 37% delle preferenze). Il premio di maggioranza assegna 340 seggi su un totale di 630 (nel nuovo sistema elettorale si terranno elezioni solo per eleggere la Camera dei Deputati i cui componenti rimangono invariati);
  • Capilista: saranno bloccati perché scelti dalle segreterie di partito e non dagli elettori;
  • Preferenze di genere: nella nuova scheda elettorale, accanto al simbolo, potranno essere indicate due preferenze che dovranno però essere di genere differente, pena l’annullamento della scheda stessa;
  • Clausola di salvaguardia: rende operativa la nuova legge elettorale dal 1 Luglio 2016, armonizzando l’entrata in vigore di questa legge con quella che riforma il Senato e rendendo, di fatto, l’Italicum, utile a eleggere la sola Camera dei Deputati;

Il voto definitivo del Senato sulla nuova legge elettorale è atteso per oggi pomeriggio alle 17.00; la legge, poi, dovrà tornare alla Camera per l’approvazione definitiva.

Riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione
La riforma del Bicameralismo, attualmente in discussione alla Camera dei Deputati, ha visto ieri l’approvazione di un emendamento del Pd (a prima firma Ettore Rosato) con il quale è stato ridefinito il quorum per l’elezione del Presidente della Repubblica:

  • 2/3 dell’Assemblea per i primi tre scrutini;
  • 3/5 dell’Assemblea dal quarto al sesto scrutinio;
  • 3/5 dei votanti dal settimo scrutinio in poi;

Rimane totalmente esclusa l’ipotesi della maggioranza assoluta dell’Assemblea.

Approvato anche l’art. 22 del disegno di legge costituzionale che assegna al presidente della Camera le funzioni di supplenza del Capo dello Stato, qualora quest’ultimo sia impossibilitato, e al presidente del Senato il compito di convocare il Parlamento in seduta comune per eleggere il Presidente della Repubblica (nel sistema attuale avviene l’esatto contrario).

Approvati, infine anche gli artt. 23 e 24 del ddl per la riforma costituzionale del Senato, in base ai quali vengono modificati gli artt. 86 e 88 della Costituzione e viene riservata al Capo dello Stato la facoltà di sciogliere la sola Camera dei deputati, che rimarrà elettiva ma non il Senato.

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