Morgan Stanley taglia le stime sull’Italia portandole per il 2013 dal -1% al -1.2%; perché? Perché il vero ostacolo alla ripresa è la classe politica Italiana. Così come gli Stati Uniti dovranno a breve affrontare il fiscal cliff, tra non molto l’Italia potrebbe trovarsi difronte ad un precipizio politico, fatto di incertezze sul futuro, di pericolosi fervori euroscettici e di coalizioni poco credibili.
Il political cliff
Il punto, spiega l’analisi diffusa dalla Morgan Stanley è l’estrema incertezza che riguarda la sfera politica Italiana e le crescenti perplessità riguardo a chi potrà succedere al Governo Monti. Guardando allo scenario sulle elezioni del prossimo aprile, l’esito del voto degli italiani potrebbe avere un "impatto negativo sul percorso di riforme" e implicazioni in merito alla richiesta di aiuti internazionali per il rifinanziamento del debito.
Tutto da buttare?
Sicuramente non è tutto da buttare, spiega l’analisi, l’Italia compie passi importanti nel settore delle riforme e della correzione dei bilanci e il ritmo della recessione sta rallentando, anche se rimane ancora molto debole. Insomma, secondo l’analisi MS, le riforme introdotte dal governo tecnico rappresenterebbero la linfa vitale del sistema economico italiano, ma se dopo le elezioni non si dovesse proseguire sullo stesso cammino, allora l’Italia potrebbe avviarsi verso il tracollo, questa volta in maniera decisamente pericolosa.
Previsioni: crescita lenta e disoccupazione elevata
Se per Goldman Sachs il 2013 sarà l’anno dell’Italia, per Morgan Stanley non è affatto così. Le previsioni, infatti, stimano una lentissima ripesa della crescita a partire dal 2014 con un miglioramento di 0.5 punti percentuali sul pil. Nel 2013, secondo la MS la disoccupazione arriverà al 12.7% (contro l’11% in media del 2012 e 8.4% nel 2011) per rimanere a livelli elevati anche nel 2014.
Spiega l’analisi, l’Italia ha le potenzialità per tornare a crescere in maniera sostenibile, ma i dubbi riguardano principalmente la classe politica poco rinnovata che continua a godere di scarsa credibilità agli occhi di chi ci guarda da fuori.
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