Israele - Palestina: 264 le vittime di Hamas, 2 quelle di Tel Aviv. Perché tanta sproporzione?

Vittoria Patanè

18/07/2014

Sono 266 le vittime del conflitto israelo - palestinese degli ultimi 11 giorni. 264 le vittime di Hamas, quasi tutti civili. Ecco perché "si muore solo da una parte"

Israele - Palestina: 264 le vittime di Hamas, 2 quelle di Tel Aviv. Perché tanta sproporzione?

Il conflitto Israelo - Palestinese continua. Incessante. Una vera e propria guerra cui da più di 65 anni non si riesce a trovare una soluzione.

L’ultima escalation si presenta già come una delle più sanguinose di sempre. 266 le vittime accertate, 264 palestinesi e 2 israeliani, e oltre 2.000 feriti. E il numero sembra purtroppo destinato a salire. Il bilancio degli ultimi 11 giorni diventa dunque più grave di quello di "Colonna di nuvola", operazione lanciata dal governo di Tel Aviv nel 2012 che portò alla morte di 177 palestinesi e 6 israeliani.

Eppure ieri sembrava che finalmente la situazione stesse volgendo al meglio. La tregua umanitaria di 5 ore aveva fatto ben sperare. E invece niente. Scaduto il termine tutto è ricominciato.

Nel corso della serata è arrivata la decisione di Israele di avviare un’offensiva via terra su Gaza. Lo scopo dichiarato dal Governo di Benjamin Netanyhau è quello di colpire e distruggere i tunnel attraverso cui avviene il rifornimento di armi di Hamas.

"Sappiamo che i terroristi sono sotto terra e lì li incontreremo"

si legge sul profilo Twitter ufficiale delle forze armate israeliane. I Palestinesi, dal canto loro, non si tirano indietro:

"Aspettavamo con ansia questa operazione di terra per impartire una lezione a Israele. E’ un’invasione folle e avrà conseguenze terribili".

Gaza stanotte è stata invasa dalle milizie di Tel Aviv, 28 i morti in una sola notte, 27 da una parte (sempre la stessa), 1 dall’altra.

Lo scopo di questo articolo non è quello di schierarsi, né quello di dare giudizi su un conflitto pluriennale che non sembra destinato a placarsi.

Ciò che si vuole fare, uscendo dalla logica del"chi ha ragione e chi ha torto" e prescindendo dalle opinioni personali, è cercare di capire perché, a livello globale, ci sia la percezione (corretta tra l’altro) che i morti siano solo da una parte, quella palestinese.

Il motivo è presto detto. Grazie agli appoggi internazionali di cui gode, Israele è riuscito a dotarsi di un sistema di difesa all’avanguardia e di armi di gran lunga superiori a quelle in possesso di Hamas.

A farne le spese non sono soldati, non sono partigiani impegnati nella lotta armata: sono i civili, sono le donne e sono i bambini. In poco più di 24 ore, 5 piccoli palestinesi hanno perso la vita, 4 ieri mattina mentre giocavano sulla spiaggia vicina al porto di Gaza, cui si aggiunge un neonato di soli 5 mesi morto stanotte nel corso dell’offensiva via terra, parte dell’operazione "Protective Edge".

Le vittime palestinesi
Secondo gli ultimi report arrivati pochi minuti fa, sono 264 i morti palestinesi negli ultimi 11 giorni. La giornata più dura, fino ad oggi è stata il 9 luglio, quando secondo il New York Times, hanno perso la vita 38 cittadini arabi.

Nel corso dell’attacco israeliano via terra di questa notte i morti sarebbero già 27, tra i quali un neonato di cinque mesi e tre ragazzini palestinesi uccisi dai colpi dei tank israeliani fra le città di Beit Hanun e Beit Lahiya.

Le vittime israeliane
Due invece le vittime israeliane tra l’8 e il 18 luglio. La prima, un civile che distribuiva cibo alle milizie di Tel Aviv come volontario, è stato uccisa lo scorso 15 luglio. La seconda, un soldato, ucciso nel corso del raid attualmente in corso.

Perché tanta sproporzione
I numeri parlano chiaro. Parlando di vite umane il prezzo più alto oggi come ieri (dal 2000 al 2010 le vittime palestinesi sono state 6404 a fronte di 1048 israeliane) lo stanno pagando gli arabi. Anzi, per la precisione, i civili arabi.

Il motivo di tale sproporzione è apparentemente semplice da spiegare: Israele, grazie alle alleanze internazionali strette nel corso degli anni, è riuscita a dotarsi non solo di armi superiori (parte delle quali fornite dall’Italia, ndr.), ma soprattutto di un sistema di difesa che risulta quasi impenetrabile per i razzi di Hamas.

Si chiama Kipat Barzel, Iron Dome in inglese, e riesce a intercettare la maggior parte delle offensive palestinesi.

Se a questo si aggiunge la sicurezza delle case israeliane, dotate quasi tutte di rifugi anti-aerei, e "l’addestramento" che Tel Aviv ha fornito ai propri cittadini per ripararsi dagli attacchi, comprendere perché "si muore solo da una parte" risulta abbastanza semplice.

Netanyhau pochi minuti fa ha espresso il proprio rammarico per qualsiasi "vittima civile non intenzionale" colpita dai suoi uomini (gli Israeliani continuano a ribadire i loro sforzi per evitarle, attraverso gli avvertimenti, e la volontà di Hamas di utilizzare i civili come scudi umani per attrarre "la simpatia mediatica", accuse ovviamente rigettate dall’altro fronte), ma allo stesso tempo ha annunciato un’estensione dell’offensiva via terra avviata questa notte. Gaza è sotto assedio. I civili sempre più in pericolo.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it