Isaac come Katrina: l’uragano aumenterà il prezzo del petrolio?

Daniele Sforza

27 Agosto 2012 - 14:56

Isaac come Katrina: l’uragano aumenterà il prezzo del petrolio?

Confrontando con quanto successe ben 7 anni fa, quando l’uragano Katrina sconvolse New Orleans e bloccò le produzioni di petrolio nel Golfo del Messico, sembra proprio che l’uragano Isaac contribuirà ad aumentare notevolmente il prezzo del petrolio.

Isaac come Katrina

L’uragano Isaac sta infatti effettuando lo stesso percorso di Katrina, e confrontando le notizie di oggi con quelle del 2005, sembra proprio che la storia sia destinata a ripetersi.
7 anni fa, come oggi, Katrina obbligò le compagnie petrolifere a chiudere le piattaforme per la produzione e la raffinazione dell’oro nero sul Golfo del Messico, con il greggio che arrivò a toccare il record (per l’epoca) di 70 dollari al barile. Inoltre Katrina sconvolse gli Stati Uniti e la sua economia in un momento poco favorevole per i mercati, dominati da tensioni continue e costanti, una situazione molto simile a quella di oggi. Poco prima di Katrina, un altro uragano, Ivan, aveva contribuito a un incremento del 22% del prezzo del greggio.
Dunque, analizzando la situazione attuale e confrontandola con quella di 7 anni fa, sembra proprio che la storia sia destinata a ripetersi.

Chiuse le piattaforme petrolifere sul Golfo del Messico

Anche con Isaac, infatti, la produzione di petrolio è destinata a scendere (previsto un calo di 330 mila barili al giorno di greggio, e di 370 milioni di piedi cubi per il gas), e i prezzi a salire. Nel momento in cui stiamo scrivendo, infatti, il petrolio è quotato a 97 dollari al barile, e il prezzo è destinato ad aumentare secondo alcuni analisti: nella giornata di oggi, infatti, il prezzo del petrolio ha superato la soglia dei 97 dollari e solo di recente è leggermente sceso.
Eppure il panorama che si intravede negli Stati Uniti non è dei migliori: le compagnie petrolifere hanno evacuato il personale dalle piattaforme sul Golfo del Messico, ovvero la zona in cui viene prodotto in totale il 23% della produzione di petrolio statunitense.
Negli Stati Uniti infatti si respira molta tensione per l’arrivo di Isaac, che nelle ultime ore è destinato a rafforzarsi: in Florida, Louisiana, Mississippi e Alabama è stato dichiarato lo stato di emergenza e sempre in Florida è stata posticipata la convention dei repubblicani, a Tampa, per proteggere l’incolumità dei presenti. Si attende che l’uragano incrementi la sua forza dopo il passaggio in Florida, proprio nel momento in cui si avvicinerà al Golfo del Messico.

Le conseguenze economiche degli uragani

Gli uragani hanno sempre avuto ripercussioni negative sull’economia dei Paesi colpiti: 7 anni fa Katrina mise in ginocchio non solo una città, ma anche un intero Paese per quanto riguarda l’economia, senza considerare un notevole rialzo del greggio: danni per 108 miliardi di dollari, questi i dati impressionanti provocati da Katrina, e ora si attende un remake da parte di Isaac. Nonostante sia una stagione un po’ anomala per quanto riguarda i cicloni atlantici (con l’uragano Gordon che si sta spingendo verso l’Europa), Isaac ha già avuto i suoi effetti devastanti: la chiusura degli stabilimenti infatti ha provocato l’interruzione della produzione del 24% dell’attività petrolifera, mentre per il Gas naturale è stato bloccato l’8,2%.
Secondo alcune stime, da qui a 1 anno, il prezzo del petrolio salirà a 112 dollari al barile.

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