Investire in diritti musicali si può: ecco come fare e come funziona

Giulia Adonopoulos

09/02/2022

ANote Music permette ai fan e agli investitori di investire in diritti musicali e in quelli delle esibizioni dal vivo. Tra gli artisti che hanno sposato l’iniziativa ci sono Le Vibrazioni. Ecco come funziona.

Investire in diritti musicali si può: ecco come fare e come funziona

Con un Festival di Sanremo da ascolti record alle spalle, l’Eurovision a Torino alle porte e i concerti dal vivo che riprendono dopo lo stop dovuto alla pandemia, la musica torna a essere assoluta protagonista in questo periodo.

L’industria musicale sta entrando in una nuova età dell’oro grazie alla tecnologia che cambia il modo in cui la ascoltiamo, la fruiamo e la compriamo, dai concerti nella realtà virtuale all’accesso illimitato a qualsiasi brano in qualsiasi momento, fino alle possibilità offerte da NFT e blockchain. Non è un caso se gli analisti prevedono che il valore delle royalties musicali, delle licenze e di altri beni correlati al mondo musicale aumenterà nei prossimi anni. 
Questa tendenza rappresenta un’opportunità significativa per artisti, etichette, fan e investitori.

Come già successo con il crowdfunding immobiliare, che ha democratizzato e semplificato gli investimenti nel mattone, anche il mercato delle royalties non è più riservato a una nicchia ristretta di creatori di musica e investitori. Forse non tutti sanno, infatti, che oggi è possibile e facile investire in diritti d’autore musicali anche in Italia. Un mercato che sta attirando sempre di più l’attenzione di investitori e artisti, che si rivolgono a piattaforme digitali che consentono di acquistare e vendere diritti d’autore, rivoluzionando così il sistema delle royalties musicali.

Investire in diritti musicali con ANote Music

Una di queste è ANote Music, il principale marketplace europeo di investimento in royalties musicali. Nata in Lussemburgo nel 2018 dalle menti di tre giovani imprenditori under 30, gli italiani Marzio F. Schena (CEO) e Matteo Cernuschi (COO) e il belga Grégoire Mathonet (CTO) che hanno individuato nella musica un asset class alternativa dal grande potenziale, ANote Music consente a editori, etichette discografiche e artisti di vendere parte dei propri diritti musicali a fan e investitori, introducendo un nuovo sistema per sostenere il mercato dei diritti musicali e promuoverne la liquidità e la trasparenza.

A gennaio 2020 ANote Music ha chiuso un round di finanziamento di oltre 500.000 euro guidato da alcuni dei principali attori dell’industria musicale europea. La startup è supportata inoltre da Luxinnovation, l’agenzia nazionale per l’innovazione del Lussemburgo che fornisce accesso a finanziamenti governativi.

Investire anche in diritti delle esibizioni dal vivo

Grazie alla collaborazione con Artist First, rinomata etichetta discografica italiana, ANote Music ha lanciato nell’estate 2021 la prima offerta pubblica di un catalogo di diritti d’immagine dei cantanti. Investitori privati e supporter degli artisti possono investire in una quota dei diritti di immagine de Le Vibrazioni, in cambio di una percentuale dei compensi della band per le loro esibizioni dal vivo durante i loro 180 concerti dal vivo previsti nei prossimi 5 anni.

Allo scadere del quinto anno i flussi di royalty torneranno al cedente. La parte del business derivante dall’attività live quotata sulla piattaforma, pro-quota, ha generato royalties di 45.501,64 € negli ultimi 3 anni (2018-2020). Con una quotazione di 125.000 €, la quotazione è fissata a un multiplo di 2,77 negli ultimi 3 anni di royalties medie. Ciò ha generato un rendimento atteso (IRR annuo, con impiego di royalties medie costanti a 3 anni) del 23,59%.

Come funziona

Ma nei fatti come si investe nella musica?

ANote Music fa incontrare artisti, autori, editori, case discografiche (ossia chi detiene il diritto d’autore) proprietari di cataloghi musicali e le persone interessate ad acquistarne una parte per ottenere rendite da questi diritti.

Chi detiene il catalogo musicale, ossia una raccolta di canzoni, può cederne una quota minoritaria (i diritti vengono divisi in quote come se fossero delle azioni) e gli investitori possono investire all’asta o sul mercato secondario.

In tutto questo processo svolge un ruolo centrale la blockchain, sulla quale vengono registrate tutte le operazioni che avvengono sulla piattaforma, offrendo quindi totale trasparenza e tracciabilità.

Gli investitori vedono in questo tipo di investimento diversi vantaggi. Tra questi la possibilità di entrare nel mercato investendo anche poche decine di euro, la possibilità di diversificare il portafoglio con un asset alternativo che può offrire rendimenti lordi annuali dal 5 al 10%, la presenza di un mercato secondario conferisce liquidità all’investimento, e i costi contenuti. ANote ad esempio applica una commissione di distribuzione pari all’8% sulle royalties, che scende al 4% nel caso di acquisto all’asta.

Le royalties acquisite rientrano nella categoria dei cosiddetti redditi diversi. Ai fini fiscali è prevista la deduzione forfettaria del 25% e si pagano quindi le imposte sul 75% degli incassi, sulla base della propria aliquota marginale IRPEF.

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