Grecia: il piano di riforme è pronto, lunedì la presentazione all’Eurogruppo

Felice Di Maro

4 Marzo 2015 - 15:48

Varoufakis, ministro delle finanze greco, presenterà il nuovo piano di riforme lunedì prossimo all’Eurogruppo. Tsipras riuscirà a rilanciare l’economia della Grecia?

Grecia: il piano di riforme è pronto, lunedì la presentazione all’Eurogruppo

Ancora in formazione, il piano della Grecia contiene sei riforme, tra le quali la ristrutturazione della pubblica amministrazione, evasione fiscale e corruzione, e piano umanitario.

Secondo i media greci che citano fonti governative, lunedì 9 marzo a Bruxelles il ministro delle finanze Yanis Varoufakis presenterà all’Eurogruppo il piano di riforme già annunciato nei lineamenti e che era stato richiesto in particolare da Wolfgang Schaeuble, ministro delle finanze tedesco.

Il piano di riforme rappresenta una possibilità per il governo di Tsipras per rilanciare l’economia: nell’ultimo trimestre del 2014 il PIL, rispetto alle stime, è diminuito dello 0,2%.

Il piano di riforme è ancora in fase di formazione e sono attesi i dettagli sui punti annunciati circa l’evasione e la corruzione ma anche le misure contro la crisi come quella sull’alimentazione.
Si parla di buoni pasto ma anche di alloggi ed energia per quelle fasce di popolazione più deboli che non hanno reddito a causa dei licenziamenti dovuti dai noti processi di austerity. Al riguardo forse verrano avviati dei provvedimenti per un minimo di copertura sanitaria.

I 6 punti annunciati sono formalmente indicati nel piano di riforme che era stato presentato già lunedì 23 febbraio alla Commissione europea, Banca centrale europea, e Fondo monetario internazionale.

Si tratta di impegni assunti per l’intesa Grecia-Ue approvata dai ministri delle finanze venerdì 20 febbraio e già approvata dalla Bundestag tedesca il 27 febbraio.

Varoufakis giorni fa aveva dichiarato che non ci sono risorse per pagare le varie rate del debito e proprio il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, aveva dichiarato in una intervista al Financial Times che voleva dare una possibilità anticipando una parte della quota restante dell’ultima tranche da 7,2 miliardi di euro prima della fine di marzo.

Con quest’ultima tranche si chiude il secondo piano di salvataggio, un terzo potrebbe forse essere concesso a giugno.

Il piano delle riforme in 6 punti dovrà essere accolto da tutti i ministri delle finanze dei Paesi dell’area euro e non pare scontato che lo possa essere da parte di Spagna e Portogallo; Tsipras infatti ha dichiarato che i due Paesi stavano boicottando gli accordi per motivi di politica interna. Spagna e Portogallo hanno poi scritto una lettera di protesta alla Commissione europea.
Si ricorda che l’accusa di Tsipras sottintendeva che i Paesi volessero mettere in crisi la Grecia a livello finanziario.

Al momento la Grecia per l’Intesa si è assicurata finora solo l’estensione del debito per quattro mesi.
Ovviamente questi quattro mesi che hanno prolungato il programma di salvataggio dalla scorsa settimana non danno liquidità.

Le scadenze a marzo prevedono che il governo greco rimborsi ai suoi creditori 7,27 miliardi di euro, di cui 4,60 miliardi di euro per i bond a tre mesi.

Si ricorda che il debito di circa 322 miliardi e l’80% è in mano pubblica. I paesi più esposti sono, in miliardi, la Germania (60), Francia (46), Italia (40), Spagna (27), Olanda (12). Il debito è oltre il 175% del Pil e secondo stime potrebbe diventare il 120% nel 2021.

Occorre alla Grecia un piano di salvataggio più a lungo termine anche per consentire il rilancio dell’economia. Com’è noto è largamente dipendente dalle importazioni e questo pesa sulla bilancia dei pagamenti.

Per sbloccare i finanziamenti dell’ultima tranche del piano di salvataggio si dovrà concordare il piano di riforme, di austerità per quanto riguarda la pubblica amministrazione.

Si tenga conto che il saldo primario di bilancio deve essere di 4,5 miliardi.

Varoufakis ha chiesto che sia di 1,5 miliardi, ma non ci sono stati dei commenti a riguardo. Si ricorda che il saldo primario è la differenza tra le entrate e le spese al netto del costo degli interessi.

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