In attesa che Ue, Bce e Fmi approvino il piano di riforme presentate da Tsipras, il ministro delle finanze Varoufakis ammette che la Grecia non avrà i soldi per ripagare i 6,7 miliardi alla BCE
Dopo settimane di negoziati, la Grecia si è accordata martedì scorso con l’Eurogruppo su un piano di riforme.
In cambio, il secondo programma di aiuti è stato prolungato di quattro mesi fino a giugno. Ora però si tratta di gestire oltre il debito anche il fabbisogno finanziario che va dagli stipendi alle spese varie.
Al momento della scadenza del debito dovranno essere trovati 6,7 miliardi di euro da versare alla Bce nei prossimi mesi di luglio e agosto.
Il ministro delle finanze greco, Yanis Varoufakis, in un’intervista alla rete televisiva Skai ha dichiarato:
"Non abbiamo i soldi."
Il premier greco Alexis Tsipras ha promesso che onorerà le scadenze del debito in attesa che Ue, BCE e FMI diano il via libera al piano di riforme al quale è condizionata l’estensione di quattro mesi del piano di aiuti.
Alla Bce dovranno andare 7,5 miliardi di euro contando anche il servizio del debito, ma vanno aggiunti due versamenti pari rispettivamente a 1,6 miliardi e 800 milioni di euro dovuti a marzo e aprile al Fondo Monetario Internazionale.
Varoufakis chiede alla BCE di restituire i 1,9 miliardi di profitti realizzati grazie ai bond greci per poter rimborsare proprio il Fondo Monetario.
Bruxelles non darà il via libera all’eventuale versamento finché il programma di riforme di Tsipras non sarà stato ufficialmente approvato.
Eppure delle soluzioni parziali dovranno essere trovate. Il 18 marzo ci sarà una nuova decisione della Bce sulla linea d’emergenza, ELA, per le banche greche.
Si tenga conto che Wolfgang Schaeuble, ministro delle finanze tedesco, alla Bild am Sonntag ha dichiarato che "se la Grecia avrà bisogno di nuovi aiuti, lo si vedrà quando sarà finito il secondo programma (di aiuti)." Ma in ogni caso, ha aggiunto, "fisseremo criteri severi".
La Cancelliera tedesca Angela Merkel ed altri leader europei, ma anche il presidente degli Stati Uniti Obama, esigono che la Grecia realizzi un avanzo primario di bilancio del 4,5% con l’obiettivo esclusivo di ripagare il suo debito che è impossibile raggiungere.
Il saldo primario dello stato greco per il periodo gennaio-settembre 2014 - che aveva superato le attese avendo raggiunto un saldo cumulativo di 2,5 miliardi - è stato ben superiore al target di 1,6 miliardi.
Il trend positivo è continuato fino a novembre 2014 quando il saldo primario per i primi undici mesi dell’anno si attestava a 3,6 miliardi, contro un obiettivo di 2,9 miliardi. Poi sono arrivate le elezioni e la situazione è drasticamente peggiorata. Il saldo primario finale per l’anno 2014 a quanto pare sarà di soli 1,9 miliardi, contro i 4,9 miliardi attesi.
In sostanza, le casse statali sono passate da quasi un miliardo in eccesso a tre miliardi in difetto rispetto al target prefissato, e il tutto in un solo mese.
I guai del debito non sono gli unici in Grecia. Il piano umanitario promesso non è a quanto pare all’ordine del giorno dell’agenda del governo greco e questo genera proteste a vari livelli.
Proteste violente ad Atene contro il governo Tsipras
Proprio quando il Bundestag tedesco votava con una larga maggioranza l’Intesa Grecia-Ue (estensione dei finanziamenti alla Grecia) con 542 su 587 e con 32 no e 13 astenuti, gruppi della sinistra extraparlamentare hanno manifestato ad Atene contro la “nuova austerity” accusando il governo Tsipras di essersi piegato alla Troika rinnegando le promesse elettorali.
Contro Tsipras anche il suo partito
Per Yannis Milios, responsabile della politica economica di Syriza, "è necessario ristrutturare il debito sovrano della zona euro".
Chiede una ristrutturazione del debito nello stesso modo come è stato fatto con il famoso debito della Germania nel 1953. La Grecia, tra gli altri, decise di condonare parte di questo debito tedesco ristrutturando il pagamento del saldo in una clausola di crescita.
Tisipras non ha seguito questa indicazione che è stata centrale nella campagna elettorale.
La famosa conferenza sul debito in area euro che era stata proposta prima del 25 gennaio ora è solo un ricordo.
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