Impeachment, Trump furioso: difesa debole e tradimento dei Repubblicani

Riccardo Lozzi

10/02/2021

13/04/2021 - 11:00

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Il Senato USA ha votato in maniera favorevole per la costituzionalità del secondo impeachment a Donald Trump. L’ex presidente accusa i suoi avvocati di una difesa inefficace e 6 senatori di tradimento.

Impeachment, Trump furioso: difesa debole e tradimento dei Repubblicani

Il secondo impeachment nei confronti di Donald Trump è costituzionale.

Questo è il verdetto raggiunto dal Senato, che ha quindi dato il via libera a procedere per la messa in stato di accusa nei confronti dell’ex presidente, dopo che la Camera dei Rappresentanti aveva votato favorevolmente lo scorso 14 gennaio.

A The Donald viene imputato il reato di “incitamento all’insurrezione” per l’assalto al Congresso del 6 gennaio. La tesi dei Democratici è che i rivoltosi siano stati incitati dalle parole del tycoon newyorkese, il quale eveva sostenuto in maniera veemente nelle stesse ore come la vittoria alle elezioni dello sfidante Joe Biden fosse stata un imbroglio.

Proprio questa è stata la strategia dell’accusa che ha mostrato prima le immagini del comizio di Trump davanti alla Casa Bianca, per poi evidenziare come le parole pronunciate abbiano spinto l’occupazione da parte dei manifestanti del luogo simbolo della democrazia americana.

Trump ha assistito al dibattito dalla sua residenza di Mar-a-Lago in Florida. Diverse ricostruzioni raccontano come sia rimasto frustrato e infuriato per due ragioni: una difesa troppo debole da parte degli avvocati e il tradimento di 6 senatori del GOP che hanno votato insieme ai dem.

Trump furioso con i suoi avvocati: “Difesa troppo debole”

La difesa portata avanti dall’avvocato Bruce Castor è risultata molto tortuosa e poco efficace, con l’unico punto presentato relativo alla non costituzionalità di avviare un processo verso un presidente non più in carica.

Un’argomentazione giudicata troppo tecnica dallo stesso Trump, soprattutto in risposta alle immagini mostrate dall’accusa che puntavano sull’emotività dei parlamentari su quanto successo in quel giorno difficile per l’intero sistema statunitense.

Come rivelato da alcune fonti interne, l’ex presidente avrebbe voluto una risposta meno timida e più emozionale, insistendo ancora una volta sulla mancata regolarità dei risultati delle elezioni del 3 novembre.

6 Repubblicani favorevoli all’impeachment

C’è però un altro aspetto che sta minando la fiducia di Trump per l’esito finale del processo. Nonostante il sostanziale pareggio che vede la presenza di 50 senatori Democratici e 50 Repubblicani, la votazione ha registrato 56 favorevoli e 44 contrari.

Infatti, 6 esponenti del GOP hanno accolto la richiesta a procedere. Su questi si sta scatenando l’ira di Donald Trump, pronto a fargliela pagare in caso riuscisse a uscirne vittorioso.

Nonostante le defezioni di Susan Collins, Bill Cassidy, Lisa Murkowski, Mitt Romney, Ben Sasse, Pat Toomey, il 45° presidente statunitense continua ad avere dalla sua i numeri, poiché, per approvar definitivamente l’impeachment è necessaria una maggioranza composta dai due terzi dei seggi.

Tuttavia una ventina circa avrebbe mostrato in alcune dichiarazioni pubbliche qualche indecisione nel continuare ad appoggiare a spada tratta il proprio leader, aumentando l’apprensione di Donald Trump.

C’è quindi molto attesa per il dibattito che comincerà oggi alle 12 (ora di Washington) e proseguirà fino al weekend, avendo entrambe le parti un tempo di 16 ore per esporre le proprie considerazioni rispetto alla faccenda.

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