Il giudice del lavoro dice sì all’obbligo di iscrizione alla Cassa Forense

Valentina Brazioli

10 Aprile 2015 - 08:03

Obbligo di iscrizione alla Cassa Forense: è incostituzionale? Secondo il giudice del lavoro di Udine no, tutto regolare. La decisione è dello scorso 4 aprile, ed è il primo macigno sulle speranze dei giovani avvocati ancora in cerca di una scappatoia nei confronti di un adempimento previdenziale che rischia di essere troppo oneroso per i loro bassi redditi

Il giudice del lavoro dice sì all’obbligo di iscrizione alla Cassa Forense

Obbligo di iscrizione alla Cassa Forense: può essere considerato incostituzionale o pregiudicare in qualche modo il libero esercizio della professione legale? Sono queste le tesi sostenute dei giovani avvocati, in gran parte a basso reddito, chiamati da quest’anno a sostenere una contribuzione minima per molti davvero troppo onerosa. Nonostante le rassicurazioni e le misure messe in campo dallo stesso presidente della Cassa Forense, Nunzio Luciano, il ricorso alle carte bollate era inevitabile, anche se per ora non ci sono buone notizie per i legali in ristrettezze economiche.

La decisione del giudice del lavoro di Udine

Lo scorso 4 aprile, infatti, un avvocato aveva presentato ricorso urgente contro la delibera del 28 novembre 2014 attraverso cui la Cassa lo aveva iscritto d’ufficio, chiedendo il versamento del contributo minimo per gli anni 2014 e 2015. Come motivazioni aveva chiamato in causa la Costituzione, il diritto comunitario e la norma di riferimento, in particolare il rischio di cancellazione dall’Albo per i morosi. Inoltre, a suo sostegno aveva invocato l’ipotesi che l’obbligo contributivo in qualche modo calpestasse il suo pieno diritto all’esercizio della libera professione, che invece dovrebbe essere subordinato solo al superamento dell’esame di Stato, regolarmente sostenuto e superato.

In ogni caso, il giudice del lavoro gli ha dato torto, sostenendo che “la modesta entità delle prestazioni richieste” non costituisce di per sé un pregiudizio così grave, ed è pienamente giustificabile prevedere un obbligo contributivo a carico di tutti gli avvocati. Una pronuncia che non mancherà di far discutere, anche se il ricorrente può in qualche modo consolarsi: dovrà sì pagare i contributi, ma godrà della compensazione delle spese processuali.

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