Eurozona: sentiment ai massimi di 4 anni, ma ritorna la deflazione

Luca Luongo

1 Ottobre 2015 - 08:51

In questo articolo andiamo a scoprire come il sentiment dell’area Euro sia in netto rialzo da quattro anni a questa parte.

Eurozona: sentiment ai massimi di 4 anni, ma ritorna la deflazione

La fiducia economica dell’Eurozona (che misura il sentimento nei settori dell’industria e dei servizi) è aumentata in modo imprevisto nel mese di settembre, andando a creare un nuovo massimo da quattro anni a questa parte.

L’indice di fiducia dei consumatori è salito a 105.6 punti nel mese di settembre da un 104,1 nel mese di agosto (secondo la Commissione Europea di Bruxelles), e questa è stata la lettura più alta dal giugno 2011. 

Gli economisti prevedevano un calo a 104,1 punti da un precedente di 104,2, secondo la stima mediana fatta da un’indagine di Bloomberg. Con il sentiment in netto miglioramento, i dati confermano che è in atto un netto recupero della zona euro, e questo può andare a sopportare un rallentamento economico nei mercati emergenti come la Cina. 

Secondo Nick Kounis, responsabile della ricerca macro presso ABN Amro Bank NV di Amsterdam:

"Il miglioramento dei fondamentali domestici in Europa stanno aiutando a compensare la resistenza di debolezza dei mercati emergenti. Tutto questo porta a mantenere l’economia in pista per una futura crescita."

Tuttavia, la Banca centrale europea non ha escluso la possibilità di ulteriori stimoli. Dopo sei mesi di quantitative easing, i responsabili politici hanno tagliato le previsioni di crescita e di inflazione fino a settembre del 2017.

La relazione della Commissione Europea ha dimostrato che la fiducia industriale nella zona Euro è in netto miglioramento, siamo arrivati a -2,2 dal -3,7 in agosto. Il sentiment nel settore dei servizi è salito a 12,4 dal 10,1 sulle prospettive di miglioramento della domanda nei prossimi mesi.

Il presidente della Bce Mario Draghi ha detto che da questo mese (settembre) la banca centrale europea è pronta ad espandere il suo programma di quantitative easing, se un calo dei prezzi del petrolio e un rallentamento nei mercati emergenti dovessero peggiorare le prospettive di inflazione. Ricordiamo che quest’ultima è scesa allo 0,9% in agosto dall’1% nel mese di luglio.

I prezzi nella zona euro sono rimasti stagnanti da quando la BCE ha iniziato il suo programma di QE da 1.100 miliardi di euro a marzo. Il tasso di inflazione è salito allo 0,3% in maggio, prima di rallentare di nuovo nei mesi successivi. 

I dati usciti nella giornata di ieri hanno mostrato che l’inflazione si è nuovamente trasformata in deflazione, a questo punto Draghi dovrà prendere una decisione su una eventuale espansione del Quantitative Easing. 

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