Traduciamo un interessante articolo di Holly Elliat per la CNBC, con un estratto dell’intervista a Jean Claude Trichet, ex presidente della BCE.
L’ex presidente della BCE Jean Claude Trichet ha affermato, in un’intervista alla CNBC, che il 2014 sarà un anno di crescita per l’economia globale, grazie alle politiche delle banche centrali ed alle misure di austerità attuate quest’anno nell’Eurozona. Insieme, ovviamente, alle riforme strutturali.
E’ chiaro che stiamo crescendo a livello globale, con alcune liete sorprese nelle economie avanzate. Probabilmente c’è stato un rallentamento in alcune economie emergenti, ma dobbiamo guardare ad ogni economia sulla base dei propri fondamentali. Proprio per questo, tenendo conto di tutto ciò, il 2014 sarà un anno di crescita. Ritengo inoltre che l’Europa abbia svolto un ottimo lavoro per quanto riguarda le politiche di aggiustamento
ha dichiarato Trichet alla CNBC.
La fiducia di Trichet
Per riacquistare la fiducia degli investitori, i paesi dell’Eurozona, in modo particolare le economie periferiche, i governi dell’area Euro si sono imbarcati in rigidi consolidamenti fiscali e misure di austerità per portare i deficit di bilancio sotto controllo.
In ogni caso, non appena le misure di austerità sono state introdotte in Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Italia, le economie dell’Eurozona hanno sperimantato livelli record di disoccupazione e di caduta del prodotto.
I cinque paesi sotto stress, che avevano di fatto perso l’accesso al finanziamento al mercato, sono ora sulla via della ripresa, e allo stato attuale hanno più o meno risolto i propri problemi riguardanti i conti esteri. Si ricorderà, infatti, che questi paesi erano in deficit di partite correnti nel 2008 e nel 20009. Ritengo che ci troviamo su un sentiero positivo di crescita. Le stime delle istituzioni internazionali vedono la crescita globale per il 2014 intorno all’1%. Non è ovviamente un dato particolarmente brillante. La strada delle riforme strutturali è ancora lunga da percorrere se si vogliono raggiungere i livelli di crescita potenziale.
ha ricordato Trichet alla CNBC.
Non è tutto rose e fiori
Trichet può anche essere fiducioso nella ripresa dell’Eurozona, ma le attuali proiezioni sulla crescita sono tutt’altro che rosee. Nel terzo trimestre del 2013, il Pil dell’Eurozona è cresciuto dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, mentre nel secondo trimestre il Pil è cresciuto dello 0,3% secondo le statistiche dell’Eurostat. Il tasso dei senza lavoro ha raggiunto la soglia record del 12,1% ad Ottobre.
L’Europa a 28 paesi non sta facendo meglio, con il terzo trimestre del 2013 che ha visto una magra crescita del Pil dello 0,2% rispetto al trimestre precedente ( e solo dello 0,1% su base annua). L’agenzia Standard & Poor’s ha tagliato venerdì il rating del credito europeo di lungo periodo, da AAA a AA.
La politica delle banche centrali
La politica globale delle banche centrali è stata applaudita e allo stesso tempo criticata nel corso del 2013. Negli Stati Uniti, in Inghilterra e in Europa, le banche centrali hanno adottato una politica di bassi tassi d’interesse nel tentativo di riportare in vita le moribonde economie dilaniate dalla crisi.
Trichet ha affermato che le banche centrali sono state rispettose del mandato stabilito dalle costituzioni e dalle leggi interne. Per quanto riguarda la BCE, l’autorità monetaria europea ha chiaramente rispettato l’obiettivo della stabilità dei prezzi secondo l’ex presidente.
Nonostante l’apprezzamento di Trichet per l’operato della BCE, ci sono preoccupazioni riguardanti trend deflazionisti nei 17 paesi dell’Eurozona.
Inflazione o deflazione europea?
L’inflazione dell’Eurozona è caduta allo 0,7% ad Ottobre su base annuale, un record storico che non si vedeva dal Novembre 2009. E’ stata questa la causa principale del taglio dei tassi di riferimento da parte della BCE fino al minimo storico dello 0,25% ai primi di Novembre. A Novembre, il tasso d’inflazione è salito allo 0,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente secondo l’Eurostat, anche se i dati segnalino che le imprese e le famiglie non stanno investendo e spendendo.
Libera traduzione da Holly Elliat per la CNBC
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