Matteo Renzi è stato senza dubbio uno dei personaggi politici più importanti dello scorso anno. La sua ascesa, dopo la sconfitta alle primarie che sembrava averlo escluso dai giochi, è stata quasi inarrestabile.
In poco più di 12 mesi è riuscito ad ottenere un risultato sorprendente, passando da giovane impertinente che voleva rottamare la vecchia guardia del Partito Democratico a segretario dello stesso e probabile candidato Premier del centrosinistra alle prossime elezioni politiche.
Il 2013 di Matteo Renzi
Gli istituti Ixé e Swg hanno monitorato l’andamento della fiducia che gli italiani hanno riposto su di lui nel corso di tutto il 2013. L’esame parte dalla seconda metà di marzo, momento in cui in un’Italia in crisi per i risultati delle elezioni di fine febbraio e dopo il fallimento di Pier Luigi Bersani che tutti davano per vincitore scontato, la fiducia su Matteo Renzi ha cominciato a crescere e ad assestarsi a livelli altissimi. A metà marzo si aggirava già intorno al 55%.
Poi arrivarono le votazioni per la Presidenza della Repubblica, la figuraccia del PD con l’emblematico tradimento a Romano Prodi da parte dei franchi tiratori, le suppliche e l’elezione di Giorgio Napolitano e la formazione del Governo di larghe intese guidato dall’attuale Presidente del Consiglio Enrico Letta. In quel frangente il 60% dei cittadini riponeva la sua fiducia sull’ex Rottamatore.
Da allora la sua leadership si è sempre più consolidata. Tralasciando un lieve calo intorno a maggio (49%) i risultati parlano di percentuali comprese tra il 54% e il 60% fino ad agosto, nei mesi in cui il sindaco di Firenze girava le piazze del Paese nel corso del suo tour elettorale per le primarie del Partito.
A settembre la fiducia in lui scende di nuovo, a causa dell’ufficializzazione della candidatura a segretario (più volte rifiutata nei mesi passati), ma soprattutto degli attacchi provenienti dagli stessi leader del suo partito che di certo non si sono dimostrati teneri nei confronti di colui che aveva affermato in più occasione di volerli mandare a casa.
Ma a partire da ottobre, con l’aprirsi della campagna per le primarie del PD l’andamento risale fino a toccare il 55% il giorno successivo all’evento della Leopolda organizzato da Matteo Renzi per parlare del proprio programma politico.
Novembre non gli è stato favorevole, ma a dicembre, dopo la nettissima vittoria ottenuta contro Cuperlo e Civati (68% delle preferenze) il 52% degli italiani ha affermato di avere fiducia in lui e nelle sue capacità.
Gli altri leader
Percentuali altissimi dunque, soprattutto se paragonate a quelle degli altri leader. A fine dicembre infatti, secondo gli stessi dati, gli esponenti degli altri partiti potevano contare su cifre molto più basse:
- Beppe Grillo 28%
- Mario Monti 15%
- Silvio Berlusconi 20%.
Solo per fare alcuni nomi illustri.
Matteo Renzi sembra dunque riuscire a sbaragliare la concorrenza. In attesa delle elezioni, il centrosinistra sembra poter dormire sonni tranquilli, mentre gli altri dovrebbero cominciare a darsi da fare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA