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I politici italiani che hanno segnato il 2013
lunedì 30 dicembre 2013, di
Il 2013 è stato segnato da una serie di personaggi che hanno dominato in lungo e in largo la politica del nostro paese. Un anno duro, pesante, difficile per i cittadini che nel corso di questi 365 giorni hanno assistito a continui stravolgimenti che hanno modificato radicalmente l’assetto politico italiano.
Pochi prima dello scorso febbraio avrebbero immaginato quello che poi è avvenuto: da Enrico Letta Presidente del Consiglio alla rielezione di Giorgio Napolitano, dall’ascesa di Matteo Renzi a quella del Movimento 5 Stelle, dalla figuraccia di Pierluigi Bersani alle elezioni alla scissione del centrodestra voluta da Angelino Alfano.
Sono 7 i personaggi politici che hanno segnato questo 2013. Vediamo chi sono e perchè.
1. Silvio Berlusconi
Al primo posto in classifica troviamo senza dubbio il Cavaliere. Le sue vicissitudini giudiziarie e politiche ci hanno accompagnato per tutto l’anno.
Dal suo trionfale ritorno in politica dopo l’abbandono del 2012, Berlusconi ha si è ripreso voti su voti, riuscendo nel giro di pochi mesi a recuperare il terreno perso sugli avversari politici e a far ottenere al centrodestra il 29,18% delle preferenze.
Poi la condanna per frode fiscale, la lotta contro la magistratura "rossa", la battaglia (vinta) sull’abolizione dell’IMU, la resurrezione di Forza Italia e quella decadenza da Senatore che lo ha estromesso suo malgrado dal Parlamento. E’ stato un anno pieno per Silvio Berlusconi, ma siamo sicuri che, decadenza o no, di lui continueremo a sentir parlare.
2. Matteo Renzi
Dopo le primarie del 2012 sembrava che la sua carriera, a livello nazionale, si fosse fermata. E invece Matteo Renzi, è stato senza dubbio uno dei personaggi più importanti dell’anno. La sua ascesa politica è stata inarrestabile.
Oggi è il nuovo segretario di quel Partito Democratico che voleva rottamare e si prepara a candidarsi come futuro Premier alle prossime elezioni. Nel frattempo, sembra tenere Enrico Letta e il suo Esecutivo sotto scatto. La dimostrazione di come, anche senza uno scranno in Parlamento, si può dominare la vita pubblica.
3. Enrico Letta
Prima di febbraio era il numero 2 di Bersani, alleato fedele e giovane promettente. Giorgio Napolitano gli ha affidato il compito di dirigere il paese e di varare le riforme necessarie per uscire dalla crisi.
Il bilancio dei suoi mesi da Premier, non può considerarsi completo. Mancano ancora le riforme più importanti e il governo ha avuto alcune battute di arresto molto significative.
Tuttavia la fiducia più volte ottenuta lascia pensare che i partiti vogliano fargli fare il suo lavoro ancora per un po’. Un esecutivo a termine e con i fucili puntati da più parti.
4. Giorgio Napolitano
Aveva terminato il suo mandato, stava per andare in pensione e godersi un meritato riposo. Poi la decisione a sorpresa. In un’Italia ingovernata e ingovernabile lui sembrava essere l’unico punto di riferimento rimasto. Il 20 aprile 2013, con una scelta che non ha precedenti nel nostro paese, è stato nominato per la seconda volta Presidente della Repubblica.
Da quel momento ha cominciato a dettare l’agenda politica italiana, guidando con mano ferma i nostri rappresentanti.
Tra contestazioni, accuse e linea dura, il Capo dello Stato prosegue nel suo lavoro, avendo de facto trasformato l’Italia, in una sorta di Repubblica presidenziale.
5. Beppe Grillo
Neanche il miglior bookmaker inglese avrebbe previsto, alla vigilia delle elezioni di febbraio, che il Movimento 5 Stelle avrebbe ottenuto una quantità di voti tale da farlo diventare a tutti gli effetti il primo partito in Parlamento. Eppure così è stato. La grande vittoria di Beppe Grillo si è consumata in piazza, tra quella gente stanca che in quel "manderemo tutti a casa" urlato più volte, ha trovato espressione della sua volontà.
Oggi, dopo qualche clamoroso scivolone, ma anche qualche vittoria, il Movimento 5 Stelle continua a essere l’ago della bilancia parlamentare.
6. Angelino Alfano
Per anni è stato all’ombra di Berlusconi, studiandone le mosse, imparando tanto. Poi, da vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Interni, ha trovato il coraggio di ribellarsi a colui che l’ha politicamente creato, causando la scissione del PDL, salvando il governo, e creando il Nuovo Centrodestra.
Dopo la decadenza di Berlusconi, potrebbe essere lui a guidare il centrodestra italiano da oggi in poi.
7. Pierluigi Bersani
All’ultimo posto in classifica troviamo Pierluigi Bersani. Nonostante nel corso di quest’anno sembrano essersi perse le sue tracce, il suo ruolo nella creazione dell’attuale assetto politico è stato fondamentale.
Se infatti non avesse "perso" le elezioni di febbraio, probabilmente tutto quello che abbiamo appena descritto non si sarebbe mai verificato. Tra i sette personaggi di cui stiamo parlando, è senza dubbio quello che ha subito la sconfitta più bruciante.
Non sappiamo quale sarà il suo ruolo nella scena politica futura, né cosa sarebbe successo se ci fosse stato lui a governarci. Ma senza dubbio, sappiamo che il risultato da lui ottenuto a febbraio, è stato un momento determinante della storia politica italiana.






