IMU sui terreni agricoli montani: mini proroga al 26 gennaio?

Valentina Pennacchio

9 Dicembre 2014 - 09:51

Quando si paga l’IMU sui terreni agricoli montani? Dopo le proteste è scattata la proroga: niente pagamento entro il 16 dicembre. Tutto è rimandato al prossimo anno: ecco quando e perché.

IMU sui terreni agricoli montani: mini proroga al 26 gennaio?

Come vi abbiamo annunciato qualche giorno fa sono cambiate le regole per l’esenzione IMU sui terreni agricoli (a cui vi rimandiamo per le regole sul versamento).

In seguito alle molteplici proteste, il Governo ha mostrato di voler accogliere le richieste dei contribuenti e dell’Anci, stabilendo la proroga del versamento: non più 16 giugno 2014, ma 2015.

Sulla data vige estrema confusione: c’è chi sostiene che il pagamento dell’IMU verrà fatto a giugno e chi prima. Il sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta ha dichiarato che sarà necessario:

"valutarne la compatibilità con i problemi di bilancio e con la necessità di rivedere i parametri di determinazione dell’IMU agricola”.

Tra le ipotesi dell’ultima ora, c’è la mini proroga al 26 gennaio, il motivo sarebbe molto semplice: non è possibile aspettare il pagamento a giugno a causa delle regole di contabilità europea, che non consentono di verificare quest’anno un’entrata che diventerà effettiva così a lungo termine.

Nel frattempo le nuove regole, indicate nel decreto interministeriale del 28 novembre, in attuazione dell’art. 22, comma 2, D.L. n. 66/2014, cambieranno? L’Anci auspica

“una revisione complessiva dei criteri di applicazione delle esenzioni, a partire dalle stime di gettito e dalle modalità di identificazione dei comuni coinvolti”.

Tuttavia è evidente che da adesso a gennaio lo spazio di manovra sarebbe davvero poco, mentre il Governo punta a revisionare i criteri applicativi dell’IMU sui terreni dei Comuni montani, al fine di far fronte alle pressioni degli enti locali, i quali, se venisse confermata la scadenza del 26 gennaio, si troverebbero davanti ad un’importante incognita: l’aliquota.

Molti Comuni, non avendola mai deliberata, poiché i loro terreni erano esenti, dovrebbero arginare questa lacuna in maniera molto veloce e con tutta probabilità affidarsi all’aliquota standard del 7,6 per mille.

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