IMU: la Chiesa ancora esente, è polemica. Il 17 settembre scade la seconda rata

Daniele Sforza

04/09/2012

IMU: la Chiesa ancora esente, è polemica. Il 17 settembre scade la seconda rata

La Chiesa ancora esente dall’IMU: come è possibile? Mentre gli italiani si affrettano per pagare la seconda rata, la cui scadenza è il 17 settembre, Milano Finanza pubblica un’inchiesta sul nuovo provvedimento varato a febbraio dal governo Monti finalizzato a caricare i beni immobili della Chiesa, di fondazioni, associazioni, sindacati e partiti politici, dell’Imposta Municipale Unica. Da febbraio a oggi sono passati ben 7 mesi, e per un puro vezzo burocratico, manca ancora il provvedimento.

Una nuova beffa: Chiesa, fondazioni e partiti ancora esenti dall’IMU

I giornali titolavano una vera e propria rivoluzione a livello fiscale, calmando quegli italiani furiosi costretti a pagare una tassa detestata fin da quando si chiamava ICI. Poi... il silenzio. Un puro e letterale vezzo burocratico: è per questo che le nuove modalità di pagamento dell’imposta non sono state ancora applicate sulla Chiesa e sugli altri enti per ora esenti. Una notizia non da poco, visto che gli introiti derivanti da tali pagamenti erano previsti tra 100 milioni e 2 miliardi di euro: una cifra assolutamente considerevole, visto che le casse dello Stato languono e sono sempre i soliti noti, ovvero i cittadini italiani, a farne le spese.

La legge approvata del Parlamento, però, come ha scoperto Milano Finanza, manca di un passaggio cruciale perché venga approvata definitivamente. Ecco quel che si legge dalla parte imputata del decreto Cresci-Italia: "Le rendite catastali dichiarate o attribuite in base al periodo precedente producono effetto fiscale a partire dal 1° gennaio 2012. Nel caso in cui non sia possibile procedere ai sensi del precedente comma 2, a partire dal 1° gennaio 2013, l’esenzione si applica in proporzione all’utilizzazione non commerciale dell’immobile, quale risulta da apposita dichiarazione. Con successivo decreto del ministro dell’Economia entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono stabilite le modalità e le procedure relative alla predetta dichiarazione e gli elementi rilevanti ai fini dell’individuazione del rapporto proporzionale".
Ecco, rileggete bene queste ultime righe, perché è proprio il decreto del ministro dell’Economia a mancare. Che fine ha fatto? Come mai le modalità di pagamento dell’imposta non sono state ancora stabilite? Che fine hanno fatto i discorsi sui sacrifici e le necessità inderogabili di ricavare entrate da ogni parte?

Gli italiani si preparano a pagare la seconda rata

Si profila dunque un’altra beffa, l’ennesima, per i cittadini italiani, obbligati a rimettere mano alla calcolatrice per versare la seconda rata, che scade il 17 settembre, e la terza, in scadenza il 17 dicembre, della gabella più discussa del momento.
La burocrazia e gli interessi privati rientrano come sempre tra le maggiori responsabilità dell’arretratezza del nostro Paese: una beffa che rischia di diventare un vero e proprio boomerang. Il decreto Cresci-Italia comincia a rivelare le sue pecche e il titolo diventerà ben presto una barzelletta.

Il tutto mentre il 17 settembre, come già detto, scade il termine per pagare la seconda rata dell’imposta, in attesa della mazzata finale di dicembre. La rata di settembre tuttavia riguarda solo quei cittadini che hanno scelto di pagare l’IMU in tre parti e non coloro che, dopo la parte pagata il 18 giugno, dovranno solo far fronte al saldo di dicembre. La possibilità di pagare l’IMU sulla prima casa in 3 rate, infatti, è prevista solamente per il 2012. Per chi ha scelto questa opzione, la seconda rata sarà identica alla prima, mentre sarà la terza la peggiore, in quanto a cifre, poiché subirà i rincari da parte dei Comuni e dello Stato.

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