IMU, UE: una tassa poco equa. In cosa andrà migliorata? I punti

Federica Agostini

9 Gennaio 2013 - 10:32

IMU, UE: una tassa poco equa. In cosa andrà migliorata? I punti

L’IMU, la temuta Imposta Municipale Unica, riceve la bocciatura dall’Unione Europea che la definisce "poco equa" e individua i punti fondamentali sui quali la "tassa sulla casa" italiana andrà necessariamente migliorata. Il Rapporto UE 2012 su "Occupazione e Sviluppi Sociali" spiega che per essere più equa nei confronti dei contribuenti, l’IMU dovrebbe essere modificata in senso progressivo.

Bocciatura UE: subito il polvere elettorale

La notizia della bocciatura UE ha subito fatto il giro dello Stivale sollevando un gran polverone elettorale, dato che in questo periodo l’IMU sembra essere il principale tema delle campagne dei candidati.

Il fatto è che nel rapporto si esaminavano anche gli effetti della vecchia ICI in relazione all’impatto delle imposte sulla povertà, ma inizialmente si pensava che tale analisi fosse riferita all’IMU. Dato il grande clamore sollevato, ieri in serata è giunta una precisazione dall’UE circa l’argomento "rischio povertà" che sembra aver calmato le acque, almeno su questo fronte.

Le stime sull’impatto della tassa sulle proprietà immobiliari erano riferite al 2006 (dunque all’ICI), sottolinea il portavoce UE, per quanto riguarda l’IMU, il rapporto "non analizza il suo impatto redistributivo e non suggerisce che la riforma abbia avuto alcun effetto negativo sulla povertà o sulla distribuzione dei redditi".

In sostanza, l’Unione Europea non mette l’IMU tra i "portatori di povertà", ma sottolinea come per avere un effetto redistribuito ci sia bisogno che l’imposta municipale venga modificata in senso progressivo. In altre parole, il difetto dell’IMU sarebbe quello di non riuscire a presentare richieste congrue alla reale capacità contributiva dei cittadini.

IMU: in cosa andrà migliorata?

Il Rapporto UE individua due punti maggiori sui quali bisognerà apportare modifiche per rendere l’imposta più equa: la relazione che c’è tra imponibile e valori catastali e la ripartizione per reddito.

In particolare, i limiti associati all’IMU dal Rapporto UE riguardano anzitutto la base imponibile che è misurata su valori, quelli catastali, troppo spesso distanti dai valori reali di mercato. In questo modo, l’imposta finisce per chiedere di più a cittadini che vivono in immobili meno pregiati rispetto ad altri, solo per effetto di valori catastali.

Secondo aspetto che andrà migliorato è quello del reddito e degli sconti, spiega il Rapporto UE. Gli sconti di 200 euro sulla prima casa e quelli relativi ai figli conviventi vanno mantenuti perché contribuiscono a distinguere il trattamento riservato alla prima casa, da quello per altri immobili. Ma la falla di questo punto, si legge nel rapporto, è che suddetti "sconti" siano applicati senza distinzione di reddito, in maniera eguale per chi percepisce reddito medio-basso e vive in normale appartamento e chi, in virtù del proprio reddito, vive in case di pregio.

IMU, è stata l’Europa a chiederla

In una lunga intervista, Monti difende il proprio operato sottolineando come il suo Governo avesse dedicato la propria attenzione alla riforma del Catasto che tuttavia è andata perduta tra la confusione parlamentare, ormai in preda alla frenesia da campagna elettorale.

L’IMU è stata introdotta per soddisfare le richieste dell’Unione Europea, incide Monti, e il fatto che si tratti di una misura necessaria, non significa che non possa essere migliorata.

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