Groupon, IPO: in svendita al Nasdaq

Nadia Fusar Poli

21 Ottobre 2011 - 17:05

Groupon, IPO: in svendita al Nasdaq

GROUPON - Il sito leader nell’offerta di sconti e promozioni locali ha significativamente rivisto al ribasso le sue ambizioni come parte del suo piano IPO, uno dei più attesi dell’anno a Wall Street: il suo valore è stato ridotto ad un massimo di 11,4 miliardi di dollari. In primavera, la stima era almeno due volte superiore, tra i 15 e i 25 miliardi di dollari, tanto quanto Google alla sua IPO nel 2004. Groupon potrebbe raccogliere attraverso la sua IPO fino a 540 milioni di dollari, contro i 750 milioni precedentemente considerati, quando nel mese di giungo Groupon aveva presentato presso la SEC (Securities and Exchange Commission) la richiesta per quotarsi in borsa.
L’azienda il 4 novembre offrirà 30 milioni di azioni ordinarie, il 5% del totale, a un prezzo compreso fra i 16 e i 18 dollari per azione

Limitando il numero delle azioni offerte - solo il 5% del capitale - il gruppo spera di creare un effetto "rarità" sul mercato, con una ripercussione sul corso delle azioni. Potrebbe continuare l’IPO a un prezzo molto più interessante, in una fase successiva. Questa strategia ha funzionato bene per LinkedIn, il cui valore è più che raddoppiato dal suo primo giorno di negoziazione. Tuttavia il contesto dei mercati si è fortemente deteriorato. E il momento d’oro, favorevole all’ingresso in Borsa, di nuove "pepite" di Internet sembra essersi, temporaneamente, chiuso.

Oltre alla depressione dei mercati azionari, Groupon suscita un crescente scetticismo nella comunità degli investitori, poichè le sue perdite hanno superato i 200 milioni di dollari nel primo semestre. L’azienda, che ha registrato una crescita fenomenale in due anni, continua a raccogliere soci (116 milioni a fine giugno, 130% in più rispetto alla fine del 2010), cosa che permette di consolidare il suo status di numero uno del settore, nonostante la proliferazione di cloni. Ma Groupon spende troppo secondo gli investitori. Nel primo semestre, i costi per il marketing ammontavano a 378 milioni dollari, dieci volte in più rispetto all’anno precedente. "Spendiamo un sacco di soldi per acquisire nuovi membri perché possiamo valutarne il ritorno sugli investimenti e crediamo nel valore a lungo termine del mercato che stiamo creando", ha assicurato quest’estate Andrew Mason, fondatore dell’azienda di Chicago che impiega oggi oltre 9.000 persone.

Questo sospetto è cresciuto quando la Securities & Exchange Commission (SEC), ha richiamato all’ordine Groupon sui suoi metodi contabili. Alla fine di settembre, il gruppo ha completamente rivisto i suoi risultati finanziari relativi al primo semestre: le vendite, esclusi gli importi attualmente pagati ai soci commercianti, erano pari a soli 688 milioni dollari, e non a $1,5 miliardi. Ancora più inquietante: i ricavi di Groupon sono cresciuti solo del 6% da agosto a settembre, secondo i dati di Yipit Data. Crescita cinque volte inferiore a quella del suo rivale LivingSocial. E lontanissima dalle progressioni registrate da Amazon (177%) e Google (236%).
Il gruppo farà la sua IPO sul Nasdaq. Groupon aveva già annunciato che il titolo avrà il ticker GRPN.

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