Si tornerà al voto tra sei mesi?
Ipotesi improbabile ma che, in modo diverso, viene prospettata sia da Beppe Grillo, leader del M5S, che da Stefano Fassina, PD.
L’uno dai microfoni di La7 (Fassina), l’altro sulle pagine del Secolo XIX (Grillo).
Finalmente un’ipotesi che vede Grillo d’accordo con un esponente del PD.
Fassina: torneremo al voto! o forse no...
Ha tutte le caratteristiche di una gaffe la frase che Fassina si lascia scappare di bocca ad Omnibus, trasmissione di La7.
Il responsabile economico del PD si era lasciato sfuggire che, senza una solida maggioranza al Senato, il Governo non potrebbe reggere e si renderebbe necessario tornare al voto tra sei mesi, con una nuova legge elettorale, dato che quella attuale non garantirebbe la governabilità dello Stato.
Immediata la rettifica: si tratterebbe solo di una possibilità che però non si verificherà perché gli elettori sarebbero più saggi di quanto non vengano rappresentati nei sondaggi.
Tirata d’orecchi anche da parte di Bersani che subito allontana ogni ipotesi di voto anticipato: non si può mica andare al voto ogni giorno, ha esclamato il leader del PD.
Grillo: faremo il botto
Se quella di Fassina è suonata come un inciampo elettorale, l’affermazione rilasciata da Grillo ha i connotati di un monito:
“È solo questione di tempo: se non facciamo il botto subito, lo faremo in autunno. Se la situazione resta invariata, torniamo alle urne fra sei mesi.”
Grillo, forte dei sondaggi che assegnano al suo partito la medaglia di bronzo, ostenta sicurezza.
Da quanto fatto sinora appare evidente che il leader del M5S non si accontenterà di scendere a compromessi e che sarà lui l’ago della bilancia su cui misurare la stabilità del futuro governo.
Ma riuscirà a portare avanti le sue proposte, come l’assegno di cittadinanza? Difficile a dirsi, ma soprattutto a farsi.
Intanto Berlusconi accusa Grillo di populismo e già tutti attendono la replica dell’ex comico.
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