Greenwashing a Wall Street? Il grande inganno della finanza sostenibile

Riccardo Lozzi

19 Marzo 2021 - 19:00

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Il greenwashing di Wall Street grazie a titoli ESG rappresenta una delle più grandi minacce per l’ambiente. L’accusa di Tariq Fancy, ex CIO di BlackRock, che svela l’unica strada per una vera finanza sostenibile.

Greenwashing a Wall Street? Il grande inganno della finanza sostenibile

Wall Street starebbe ingannando gli investitori offrendo in apparenza titoli in grado di garantire un impatto positivo sulla sostenibilità ambientale, ma che in realtà fanno parte del fenomeno greenwashing, rischiando così di causare ancora più danni nella lotta al cambiamento climatico.

La dura accusa arriva da Tariq Fancy, ex CIO di BlackRock per gli investimenti sostenibili e fondatore di The Rume Initiative, organizzazione nata per promuovere l’istruzione dei bambini nelle comunità più disagiate attraverso l’utilizzo di tecnologie a prezzi accessibili.

In una serie di interviste rilasciate negli ultimi giorni a media internazionali, Fancy sta così cercando di far emergere il problema delle azioni ESG (Environmental, Social and Governance), ovvero quelli che vengono definiti come titoli di investimento responsabile nell’ambito della finanza sostenibile.

Al momento i fondi ESG hanno un valore combinato di oltre 1 trilione di dollari, ma, come dichiarato dall’ex dirigente di BlackRock, hanno un impatto minimo sulla riduzione delle emissioni di gas serra e sul riscaldamento del pianeta.

Greenwashing a Wall Street?

Come viene sostenuto da Tariq Fancy, se in precedenza il rischio era solamente quello di avere un effetto quasi nullo nell’ambito della transizione ecologica, adesso aumenta il pericolo dei danni che i titoli di aziende del genere, le quali hanno operato cambiamenti minimi nei loro processi di produzione, possono causare nella sostenibilità ambientale.

Attraverso quella che viene definita come un’operazione esclusivamente di Public Relations, si potrebbe arrivare ad una falsa convinzione che il mercato libero si stia autoregolando mettendo in campo pratiche virtuose per l’ambiente, ma i cui effetti in realtà sono pressoché pari a zero, facendo rinunciare qualsiasi Governo a intervenire direttamente per far rispettare gli standard necessari.

A causa di tali preoccupazioni, Fancy non ha risparmiato alcune critiche anche alla sua ex compagnia.

Se da una parte ha riconosciuto che BlackRock sia il fondo di investimento che presta più attenzione alle tematiche ambientali, dall’altra ha bollato come irresponsabili le parole del CEO Larry Fink sull’autoregolamentazione nell’ambito della transizione ecologica.

L’unica strada per una finanza sostenibile

Tali affermazioni renderebbero inevitabili i ritardi nella regolamentazione pubblica, poiché con oltre 8 trilioni di dollari, BlackRock rappresenta la più importante società di asset management del mondo e ha quindi una notevole influenza a livello mondiale.

L’unica barlume di speranza per Tariq Fancy è dato dalla nomina da parte di Joe Biden di Brian Deese, già responsabile globale degli investimenti sostenibili proprio di BlackRock, come consulente dell’amministrazione americana sul clima e l’energia.

Infatti, la sola maniera per apportare un vero cambiamento in grado di favorire lo sviluppo di una reale finanza sostenibile, è quella di avviare una regolamentazione da parte delle istituzioni governative, quindi dall’alto verso il basso, che definisca in maniera precisa ed efficace quali siano i criteri da rispettare.

In caso contrario, ha affermato Fancy, sarebbe addirittura meglio che le compagnie non operassero alcun cambiamento, in modo da non ingannare il pubblico e rendere chiaro il fatto che la transizione ecologica del settore privato sia ancora lontana da essere raggiunta.

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