Il rischio di default della Grecia è concreto? La Merkel starebbe preparando un piano per evitare una Grexit e agire in caso di default. Intanto S&P declassa il rating da B- a CCC+.
La Merkel prepara un piano anti-Grexit, ma il ministro delle finanze tedesco non approva.
Intanto, desta preoccupazione lo spread tra bond ellenici e bund tedeschi, salito alla cifra di 1160 punti base, il massimo mai registrato tra le due obbligazioni da quando esiste l’euro; la causa è l’incertezza nei mercati finanziari per un default della Grecia.
Secondo il settimanale Die Zeit, il governo tedesco sta lavorando per far restare la Grecia nell’euro anche in caso di default e questo significa che le speranze che il 24 aprile si possa arrivare ad un negoziato risolutivo tra la Grecia e i suoi creditori, in modo da attivare la nuova tranche di prestito, sono veramente ridotte.
Il portavoce del ministro delle finanze tedesco nega la questione e aggiunge:
Non posso che scuotere la testa.
Il piano tedesco sarebbe stato mirato a garantire la possibilità di continuare a finanziare la Grecia anche in caso di insolvenza e a risanarne le banche in modo da metterle in condizione di continuare a percepire liquidità dalla Banca centrale anche con la bancarotta del Paese.
Salvare le banche quindi, ma sarà possibile mentre la Grecia sarà in bancarotta?
L’incertezza di un default della Grecia è alta nei mercati finanziari.
Nuova preoccupazione arriva dopo che l’agenzia di rating Standard&Poor’s ha declassato ancora i bond ellenici, da B- a CCC+, che corrispondente a un rischio considerevole di default.
Influiscono inoltre le parole del ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble:
Nessuno si aspetta una soluzione al prossimo Eurogruppo
in riferimento alla riunione del 24 aprile.
La Grecia, all’indomani della conferenza stampa di Mario Draghi, è stata colpita nuovamente per decisione di S&P che ne ha ridotto ulteriormente il rating rivedendolo al ribasso e chiaramente in negativo. Ecco cosa ha dichiarato S&P:
In assenza di profonde riforme o di ulteriori aiuti, ci aspettiamo che il debito della Grecia e altri impegni finanziari saranno insostenibili.
L’operazione di S&P segue quasi in tempo quasi reale le dichiarazioni di Mario Draghi, che alla conferenza stampa ha garantito che il Quantitative Easing durerà almeno fino al 2016.
Appare chiaro che, con un rating negativo, la Grecia per le operazioni di QE è fuori e senza speranza di rientrarvi.
Si richiedono alla Grecia nuove riforme, ulteriori liberalizzazioni e ancora privatizzazioni. Tutti processi che debbono attivarsi sotto controllo dei rappresentanti della ex Troika.
In pratica, oltre alla sovranità monetaria per l’adozione dell’euro , la perdita della sovranità economica è legata allo sblocco della nuova tranche di prestito.
La Grecia ha un tasso dei bond a 3 anni che è andato oltre il 26%, con vendite dovute all’incertezza se resti o meno nell’euro. I
l rendimento pagato dai titoli di Stato triennali greci (+158 punti base), per l’esattezza al 26,18%, è il massimo dal 2012, mentre i bond decennali sono aumentati di 30 punti base e sono al 12,40% che è il massimo dall’aprile 2013. Lo spread decennale è a 1.225 punti base.
Si tratta di un mercato in allerta sull’ipotesi Grexit?
L’interrogativo è legittimo. Un default manovrato della Grecia assicurerebbe almeno in parte i creditori istituzionali, ma gli investitori considerano un qualsivoglia default un business.
Comunque, i mercati finanziari scommettono sui default.
Un fallimento è un processo economico che ha attenzione a livello finanziario e, trattandosi di uno Stato che ha comunque frontiere aperte per possibili importanti accordi commerciali, l’incertezza per un default esiste ed ha alti e bassi.
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