Grecia e le due alternative: piano di riforme ok o uscita dall’Euro? Attesa per la presentazione di lunedì

Felice Di Maro

28 Marzo 2015 - 14:02

Sale rischio default, la BCE blocca l’emissione di nuovi bond. Per lunedì è attesa la lista delle riforme: il piano verrà approvato o l’uscita della Grecia dall’eurozona è vicina?

Grecia e le due alternative: piano di riforme ok o uscita dall’Euro? Attesa per la presentazione di lunedì

Le ultime voci riguardo le riforme abbozzate da Alexis Tsipras parlando di privatizzazione degli aeroporti, lotta all’evasione fiscale e svecchiamento della burocrazia. Tra le più importanti è la riforma che si occupa del sostegno all’imprenditoria.

Tsipras deve gestire la fase attuale e non è facile.

La Banca centrale europea ha scritto alle banche elleniche imponendo di non aumentare la propria esposizione al debito pubblico che è già a quota 11 miliardi di euro.

Il Financial times sottolinea che la mossa aggrava già la situazione finanziaria del governo Tsipras, a cui è stata anche negata la possibilità di emettere nuovi bond.

Chiaramente sale il rischio default.

Si coglie, diffuso dai media, che lo staff di Alexis Tsipras sta studiando alcune misure "dure" per cercare di ottenere la fiducia dei creditori pubblici (tutta la ex Troika) per avere la liquidità necessaria a coprire le scadenze di aprile e maggio, anche se hanno rassicurato che non sono in vista tagli draconiani agli stipendi pubblici e alle pensioni.

Opzione Grexit come ultima ratio?
Ritorna il tema di un piano B connesso con la sovranità monetaria, ossia il ritorno alla dracma, finora sempre negato come obiettivo del programma di Syriza. Il tema è all’attenzione e a quanto pare proprio nella maggioranza di governo, anche se niente è stato ancoradichiarato al riguardo.

È stato pubblicato un articolo di Tsipras dal titolo "Lo spazio dei movimenti" con il quale si presentano in parte le linee guida delle relazioni tra la Grecia e tutti gli altri popoli dell’Europa e non:

Cari Amici, come sapete, la Grecia è stata, nei tempi recenti, in costante rotta di collisione con i principi cardine del neoliberismo. Investito dalle disastrose politiche di austerità e vittima di una vera e propria estorsione da parte dei mercati, il nostro popolo è determinato nel voler difendere la democrazia, lo stato sociale, i beni pubblici e il diritto ad un lavoro adeguatamente pagato.

Noi proponiamo di lottare per la vita, la dignità e la giustizia sociale, includendo tutto questo nell’ambito della battaglia per riportare l’economia verso i bisogni della società, invertendo l’attuale orientamento che vede la società al servizio delle economia e dei profitti finanziari.

I nostri orizzonti non sono limitati dai confini del nostro paese. Essi si estendono all’Europa intera. Sappiamo che sulle nostre orme altri stanno seguendo, determinati ad usare la forza della democrazia per costruire un modo più giusto ed un futuro luminoso. Il fronte che si scontrerà con l’attuale equilibrio di poteri in Europa si è già formato e sta diventando ogni giorno più forte.

Sappiamo che questi avvenimenti verranno discussi quest’anno durante il lavori del World Social Forum a Tunisi. Noi sappiamo che un elemento di discussione cruciale riguarderà il supporto generalizzato alla Grecia, ma anche a tutti gli altri popoli che stanno lottando per un cambiamento storico in Europa e nel Mondo.

Questa è la ragione per cui la Grecia sta oggi inviando questo saluto colmo di ottimismo, forza e determinazione ai partecipanti al Social Forum. Usando la solidarietà come arma i popoli vinceranno.

(Traduzione a cura di Dario Guarascio)

La Grecia e le due alternative: prosecuzione delle politiche del memorandum e l’uscita dall’Eurozona
Nonostante l’ottimismo ostentato dal governo Tsipras e dal presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, sembra improbabile che la Grecia riesca a realizzare le riforme che presenterà lunedì senza rilanciare i processi di austerity.

Il governatore della Bundesbank, Jens Weidmann, in un’intervista a Focus ha dichiarato:

Il governo greco parla un linguaggio diverso a seconda del giorno e del pubblico che ha davanti, è ambiguo. E avrebbe dissipato tutta la fiducia che il precedente esecutivo si era guadagnato.

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