Ritorna lo spettro del memorandum mentre si continua a trattare per il salvataggio della Grecia dal Default.
Confisca delle riserve e depositi attualmente presso gli enti locali è quanto deciso dal governo greco con un decreto che impone agli enti locali di trasferire le loro riserve di contanti e i loro depositi su dei conti presso la Banca Centrale della Grecia. A quanto pare l’emissione del decreto è giustificata da necessita’ estremamente urgenti e impreviste anche se presenti previste ampiamente a seguito della chiusura alla Grecia per le operazioni delle Quantitative easing della Bce e del recente rating negativo per i bond di debito che oggi è di classe CCC+.
L’unica possibilità per la grecia sono le operazioni ELA della Bce ma solo per la liquidità di emergenza. L’operazione decisa con il nuovo decreto interessa anche le banche commerciali e il loro trasferimento forzoso alla banca centrale greca. Si potrebbero ricavare circa due miliardi di euro, una cifra equivalente a quella che sarebbe rimasta nelle casse di Atene, la quale però s’intende utilizzarla per pagare pensioni e stipendi a fine mese.
Il governo con questa operazione di confisca in pratica può rimborsare il Fondo Monetario Internazionale per le due rate del prestito in scadenza a maggio per un ammontare complessivo di quasi un miliardo di euro. Naturalmente il famoso Piano umanitario, di energia e alimentare, è al momento non in agenda. Si tratta di una emergenza come lo stesso Tsipras aveva dichiarato. Il piano era stato approvato dal parlamento greco con ampia maggioranza.
Nei giorni scorsi l’aria di default della Grecia era diventata insostenibile insieme alle tensioni sui mercati finanziari dell’Unione europea. Molto aveva contribuito il quasi Stop nei negoziati tra la Grecia e la ex-Troika. Chiaramente l’allarme sulla liquidità lanciato dall’esecutivo ellenico aveva avuto l’effetto di affossare le borse europee, quella di Atene aveva perso il 3%. Il governo greco al momento non ha altre possibilità che la confisca.
la Banca centrale europea ha chiesto una soluzione tempestiva e il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis al termine dell’incontro con Mario Draghi, il presidente della Bce, aveva dichiarato:
La Bce ha confermato l’interesse per trovare una soluzione in modo rapido e che sia quanto più efficace possibile per far tornare la Grecia su un sentiero di crescita.
Continuano le riunioni del gruppo tecnico di Bruxelles (si tratta sempre della ex Troika) per proseguire il negoziato sugli aiuti in modo che l’Eurogruppo informale del prossimo 24 aprile possa valutare i progressi fatti. Per il momento i mercati finanziari non sembrano credere al fatto che possano verificarsi progressi.
Secondo il Fondo monetario internazionale quest’anno il pil mondiale crescerà del 3,5 per cento, mentre nel 2016 salirà al 3,8 per cento. L’aumento sarà guidato ancora una volta dai paesi emergenti che però continuano a registrare tassi di crescita sempre più deboli. Il 2015 dovrebbe chiudersi in perdita o comunque con processi di stagnazione. La Grecia non è un paese emergente e sperava di ricevere 15 miliardi di prestiti dalla Russia e dalla Cina e come è noto la Russia ha smentito l’accordo per il gasdotto.Il progetto era stato discusso nei colloqui durante le recente visita a Mosca del capo del governo greco, Alexis Tsipras.
Durante l’incontro che il presidente russo Vladimir Putin ha avuto con il primo ministro greco si è solo discusso solo di una maggiore collaborazione energetica, ma la Russia non ha promesso aiuti finanziari.
Proprio mentre l’Unione Europea invocava riforme e rigore, la Grecia sperava di incassare fino a cinque miliardi di euro attraverso quest’accordo con la Russia che comunque era a quanto pare solo mediatico in quanto era stato reso noto dalla rivista tedesca Der Spiegel.
Si trattava dai tre ai cinque miliardi di euro che potevano eventualmente essere versati come anticipo alla Grecia per i diritti di transito del futuro gasdotto Turkish Stream che la Russia intende costruire attraverso la Turchia e la Grecia per fornire gas all’Europa.
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