Grecia: ancora scontri ad Atene. Oggi vertice per approvare tagli al bilancio

Erika Di Dio

27 Settembre 2012 - 11:57

Grecia: ancora scontri ad Atene. Oggi vertice per approvare tagli al bilancio

Grecia: ancora scontri ad Atene. È previsto per questa mattina il vertice fra i tre leader, Sturnaras, Venizelos e Kouvelis, per approvare il pacchetto dei tagli al bilancio per il biennio 2013-2014, chiuso finalmente ieri durante una riunione con il Primo Ministro Samaras della durata di oltre tre ore. Dopo l’approvazione degli altri rappresentanti dei partiti che sostengono il governo, il pacchetto dovrà passare sotto l’approvazione dei leader dei creditori internazionali della nazione greca, ossia Matthias Mors e Klaus Mazuch, creditori tedeschi e Paul Tomsen, creditore danese.

Prime indiscrezioni

Secondo indiscrezioni giornalistiche, il pacchetto includerà nuovi tagli alle pensioni per un valore superiore ai 1.000 euro, tagli agli stipendi del settore pubblico, una nuova stretta fiscale per i lavoratori autonomi, l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni, l’abolizione della tredicesima e della quattordicesima mensilità per gli impiegati statali ed infine una cassa integrazione di due anni per 15.000 dipendenti statali. La realtà economica del paese ellenico vive davvero una situazione disperata e i leader del governo continuano ad imporre tagli ad una popolazione messa in ginocchio dalla crisi, per ricevere l’aiuto vitale di cui ormai hanno bisogno.

Atene tra lacrimogeni e molotov

Più di 30.000 le persone scese in piazza ad Atene per protestare contro i nuovi tagli imposti dal governo durante la giornata di sciopero generale di 24 ore, indetta dai principali sindacati del paese: la più grande manifestazione contro l’austerità degli ultimi 6 mesi. In prossimità di Piazza Syntagma, dove è situata la sede del Parlamento, i manifestanti hanno iniziato a lanciare bottiglie molotov e in risposta la polizia che cercava di proteggere il Parlamento ha reagito con gas lacrimogeni.

Gli scontri ad Atene sono arrivati proprio un giorno dopo quelli che hanno colpito la capitale spagnola, dove, in una marcia al Parlamento, migliaia di manifestanti hanno espresso il proprio disappunto e la propria rabbia, richiedendo fra l’altro nuove elezioni per estromettere l’ormai impopolare Primo Ministro Rajoy e il suo governo conservativo, che con i tagli e le tasse imposte, ha gettato sempre più oscurità su un paese già martoriato dalla recessione e da un tasso di disoccupazione pari al 25%, il più alto tra le nazioni che attualmente utilizzano la moneta unica dell’euro.

Questi nuovi scontri hanno messo fine a settimane di relativa calma e ottimismo, dopo che la BCE aveva annunciato ad inizio mese che avrebbe acquistato una quantità illimitata di titoli di Stato per aiutare i paesi invasi dal debito. Le nuove proteste dimostrano che è ancora impossibile riuscire a contenere la crisi finanziaria.

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