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Grecia: Tsipras chiama Putin dopo la bocciatura di Schaeuble, più vicina l’ipotesi del soccorso esterno

venerdì 6 febbraio 2015, di Simone Casavecchia

Come da copione il tour europeo di Alexis Tsipras e del suo ministro Yanis Varoufakis ha toccato ieri la sua tappa più ostica. E’ soprattutto il bilancio dell’incontro tenutosi tra Varoufakis e il suo omologo tedesco Wolfagang Schauble a sancire la chiusura netta dell’Europa nei confronti delle richieste greche. Un risultato questo che, tuttavia, potrebbe avere conseguenze importanti nello scenario politico internazionale, dal momento che l’ipotesi di un avvicinamento greco alla Russia si fa sempre più probabile.

Nella conferenza stampa congiunta tenuta da i due ministri delle Finanze Schaueble ha affermato che, sebbene la Germania rispetti l’esito delle elezioni greche e che riconosca la necessità di trovare un accordo con la Grecia, le misure annunciate dall’esecutivo guidato da Alexis Tsipras non vanno nella direzione giusta, dal momento che le soluzioni alla crisi greca

"le cause del problema risiedono in Grecia e devono essere rimosse"

la rimozione dei problemi economici greci non deve però avvenire, secondo Schaeuble, con soluzioni unilaterali ma con un’azione pianificata

"con le tre istituzioni con cui ha affrontato il programma: la Bce, la Commissione Ue e il Fmi"

Al di fuori dei necessari eufemismi che sono d’obbligo in una conferenza stampa, le dichiarazioni di Schaeuble sono estremamente chiare: la Germania non accetta alcuna ipotesi di rinegoziazione del debito e appoggia in pieno la decisione della BCE di non accettare più titoli di stato greci per concedere nuovi prestiti, almeno finché la Grecia stessa non torni a trattare con la Troika per proseguire il piano di salvataggio.

Varoufakis, dal canto suo, ha, di fatto, accantonato ogni pretesa relativa a un possibile taglio del debito greco (questione che non è stata affrontata nell’incontro) ma ha sottolineato la necessità greca di un supporto non solo economico ma anche politico e morale da parte dell’Europa.

"L’unica cosa che chiediamo è di non venir messi sotto pressione con un ultimatum. Dateci tempo fino alla fine di maggio o l’inizio dell’estate per poter mettere sul tavolo le nostre proposte di soluzione"

In altri termini quel che chiede la Grecia, come è stato ampiamente chiarito finora, è l’interruzione delle misure di austerità imposte dalla Troika, associata a una prosecuzione dei finanziamenti internazionali, almeno fino all’inizio dell’estate, il tempo utile per mettere in campo quelle riforme che, almeno secondo il nuovo Esecutivo greco, dovrebbero servire a far ripartire l’economia ellenica.

Varoufakis ha anche segnalato il pericolo dell’ascesa del totalitarismo in una situazione di depressione economica profonda: un pericolo che, storicamente, la Germania conosce bene e che si profila sull’orizzonte greco, dal momento che dopo Syriza e Nea Demokratia il terzo partito greco è Alba Dorata.

"quando si scoraggia troppo a lungo una nazione orgogliosa e la si espone a trattative e preoccupazioni di una crisi del debito deflattiva, senza luce alla fine del tunnel, questa nazione prima o poi fermenta"

Quel che è certo ora è che la Grecia avrà bisogno di tempo per trattare con le istituzioni europee e proprio per questo, forse, la BCE ha deciso di dare con una mano quel che aveva tolto con l’altra. La Banca Centrale Europea, come abbiamo spiegato ieri, pur avendo smesso di considerare i bond greci una garanzia valida per nuovi prestiti, ha deciso ieri di concedere ulteriori 10 miliardi al fondo Ela (Emergency Liquidity Assistance) a cui partecipa con una quota di maggioranza (i due terzi) con il quale la Banca Centrale Greca potrà concedere prestiti alle banche commerciali elleniche per un totale di 59,5 miliardi.

Tuttavia questa non è l’unica strada da battere nell’immediato per la Grecia. Ne è sicuro il premier Tsipras che, dopo la bocciatura tedesca, si è affrettato a chiamare Putin, il suo alleato probabilmente migliore nell’attuale scenario politico.

Secondo la nota diffusa dalla presidenza del Consiglio greco, il colloquio tra Tsipras e Putin si sarebbe concentrato sulla necessità di rilanciare i rapporti economici tra Grecia e Russia e sull’urgenza di trovare una soluzione per la questione ucraina, tuttavia, al di là delle dichiarazioni ufficiali, quel che desta sospetto è il fatto che questa telefonata sia avvenuta ieri.

Di fronte al rifiuto europeo e tedesco di concedere nuovi aiuti internazionali e, parallelamente di bloccare il piano di salvataggio della Troika, la Grecia potrebbe, infatti, non solo rivolgersi alla Russia per ottenere finanziamenti utili a ripianare il proprio debito pubblico e a mettere in campo interventi di riforma ma, soprattutto, potrebbe portare in dote alla Russia il proprio diritto di veto. Per determinare nuove sanzioni europee alla Russia occorre, infatti, l’unanimità di tutti i Paesi membri della UE e il voto greco potrebbe diventare determinante in tal senso, dando luogo a pericolose deriva di un focolaio internazionale di cui, già ora, si mantiene faticosamente il controllo.

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