Il progetto Grand Paris Express sta cambiando il volto della capitale francese con lo scopo di riqualificare le periferie. In Italia invece cosa si sta facendo a riguardo?
Grand Paris Express è il progetto ambizioso in pieno corso d’opera che ha come scopo quello di cambiare il volto delle periferie della capitale francese. Una grande sfida che sembrerebbe ora essere stata recepita anche dall’Italia.
Il progetto Grand Paris Express prevede la realizzazione di un anello metro teso a connettere tutta la grande periferia parigina, una sorta di grande raccordo sotterraneo e destinato al trasporto pubblico su rotaia invece che a quello privato su gomma.
Oltre alla realizzazione delle nuove linee metro, il Grand Paris Express prevede anche un piano di riqualificazione urbana generale, per una spesa complessiva di circa 35 miliardi di euro.
Un piano importante sul quale i vari governi che si sono susseguiti hanno puntato molto, in un’ottica di rivalutazione generale delle periferie, tema questo che ora è tornato anche al centro dei piani di sviluppo del nostro governo.
Il progetto Grand Paris Express
L’idea di partenza del Grand Paris Express è sicuramente ambiziosa: cambiare il volto e la storia di Parigi come avvenne centocinquanta anni fa grazie all’architetto Georges Haussmann, il creatore del Centro della città così come lo conosciamo oggi.
Questa volta però ad essere rivoluzionato non sarà il cuore di Parigi ma le periferie, con un preciso piano teso non solo a riqualificare le vaste zone, ma anche a dargli una nuova identità ed indirizzo economico.
Con l’imminente Brexit, Londra rischia seriamente di perdere quel ruolo di capitale degli affari che finora aveva avuto. L’idea di Parigi è quindi quella di raccoglierne lo scettro, ammodernando le proprie periferie per farne il nuovo cuore pulsante del business in Europa.
Nello specifico, il Grand Paris Express è un progetto composto da quattro linee metro per un totale di 200 km. I lavori sono iniziati nel 2015, con la prima linea che entrerà in servizio nel 2018, mentre per il 2030 sarà completato tutto il progetto.
Il costo totale del Grand Paris Express è di circa 35 miliardi di euro. Oltre alle quattro linee metro, sarà realizzato anche un nuovo collegamento con l’aeroporto Charles de Gaulle oltre a lavori di riqualificazione delle aree attorno alle nuove stazioni metro.
Il progetto, che sta impiegando circa 4.000 lavoratori rivitalizzando il settore delle costruzioni, è stato ideato dall’ex presidente Nicolas Sarkozy, con il Grand Paris Express che è stato subito sposato anche dal suo successore Hollande. Contraria al progetto è invece Marine Le Pen, che ha bollato il Grand Paris Express come uno sperpero di soldi pubblici.
Come stanno le periferie italiane?
Il governo francese negli scorsi anni ha quindi deciso di mettere al centro del rilancio economico di Parigi la sua grande periferia. Un impegno preciso per il quale ha stanziato ingenti fondi.
In Italia anche è stato fatto qualcosa in questo senso. Ad inizio marzo è stato messo nero su bianco il Piano Periferie, dove il governo ha stanziato 2 miliardi per finanziare progetti di riqualificazione delle periferie premiando i progetti dei 24 comuni capoluogo risultati vincitori.
Sicuramente è un primo passo, anche se non si risolve il problema di fondo. Rendere meno degradate e più vivibili le periferie italiane è sicuramente un passo importante, anche se visto l’enorme lavoro che bisognerebbe fare si tratta solo di una sorta di restyling.
La speranza è che ora i progetti possano procedere a ritmo spedito, senza incorrere nei soliti intoppi burocratici e ritardi tipici della mal gestione italiana. Entro massimo 72 mesi, tutti i cantieri dovranno essere terminati.
Il problema però è che oltre a rimettere in sesto strade e spazi pubblici, si deve pensare anche a progetti di sviluppo economico per le periferie delle città italiane. A Parigi le idee le hanno ben chiare, da noi meno.
A Roma la linea C della Metro doveva connettere tutta la grande periferia Est della capitale al Centro. Dopo anni di lavori e 3,5 miliardi spesi, al momento la linea è un binario morto che non riesce a intrecciarsi con la linea A.
Mancherebbe solo una fermata da realizzare per congiungere a San Giovanni la linea C alla linea A, ma gli intoppi non mancano anche se ora c’è ottimismo per la chiusura del cantiere entro la fine dell’anno.
Includere maggiormente le periferie nel tessuto urbano, dare maggiore dignità e decoro, riqualificare e riconvertire ad altri usi spazi abbandonati e in disuso, questa è la grande sfida per le periferie italiane.
Sistemare una strada o fare un nuovo ponte è sicuramente un primo passo, ma per cambiare veramente marcia servono idee e fondi necessari ma, di entrambe le cose, al momento non sembrerebbe esserci traccia.
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