Da marzo il nuovo Piano Casa punterà a riproporre sul mercato migliaia di immobili invenduti. Il Governo Renzi vuole rilanciare in maniera intelligente il settore edile
Utilizzare al meglio il patrimonio immobiliare esistente: è questo l’obiettivo del Governo Renzi, che mette sul piatto 400 milioni di euro per riproporre sul mercato 20 mila case invendute. Il nuovo Piano Casa entrerà in vigore da marzo, e avrà effetto sugli immobili dati alle banche come pegno o garanzia del credito.
Saranno destinati, i 20 mila alloggi invenduti, all’affitto calmierato, alla vendita a prezzi bloccati o all’affitto con possibilità di vendita. Ad annunciare il provvedimento è stato il viceministro alle Infrastrutture, Riccardo Nencini, in occasione del recente convegno organizzato in collaborazione con l’Associazione nazionale costruttori edili (ANCE), l’Associazione bancaria italiana (ABI) e Cassa Depositi e prestiti (CdP).
Come precisato dallo stesso rappresentante del Governo, il Piano Casa operativo da marzo si articolerà in due parti:
"la prima con 150 milioni di euro per il sostegno agli affitti e la seconda con 240-250 milioni di euro di vantaggi fiscali per coloro che intervengono su alloggi che già esistono e sono invenduti".
La quota menzionata di edifici invenduti, 20 mila, sono solo una parte delle 145 mila unità abitative che oggi in Italia risultano vuote. Il Piano Casa, a riguardo, interviene nello specifico sulla percentuale di immobili oggetto di procedure giudiziali o di dismissione, ed opererà da una parte per istituire fondi immobiliari di social housing in cui saranno convogliati i ’distressed asset’, cioè i crediti bloccati garantiti da immobili; d’altra parte promuovendo il workout immobiliare, con una logica d’azione one-to-one che vedrà le imprese, prese una ad una, impegnate a proporre a singole banche soluzioni d’intervento su specifici asset.
Si punta, con queste iniziative, a stimolare - anche con il vincolo dell’immediata cantierabilità delle opere - sinergie tra pubblico e privato, a creare occasioni per rilanciare e riqualificare le periferie, ridurre e limitare il consumo di suolo. Rivalutare e valorizzare il patrimonio edilizio di cui già disponiamo, è questo il mantra del Governo.
Nencini ha inoltre evidenziato come le aree industriali dismesse, le infrastrutture in disuso, i vuoti urbani, i centri storici e gli edifici concessi in garanzia e pegno alle banche diventeranno dei “cluster creativi” con ripercussioni positive per il settore edile. Un settore, che per voce degli attori ANCE e ABI, non ha mancato di esprimere gradimento per il progetto.
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