Domani il gotha dei CeO italiani incontra Putin. Chi osteggerà l’evento (e il Paese)?

Mauro Bottarelli

25 Gennaio 2022 - 20:25

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Organizzata a novembre, la video-call vedrà presenti - tra gli altri - i vertici di Pirelli, Enel, Generali, Unicredit e Intesa per discutere di investimenti e cooperazione. Qualcuno anteporrà Kiev?

Domani il gotha dei CeO italiani incontra Putin. Chi osteggerà l’evento (e il Paese)?

Vista l’aria che tira, prepariamoci a qualche (autolesionistica) polemica a scoppio ritardato. Perché nel Paese dove due partiti di governo si permettono di bannare dalla corsa al Quirinale il presidente aggiunto del Consiglio di Stato, poiché troppo filo-russo, quando la politica si accorgerà che domani gli amministratori delegati delle principali aziende italiane terranno una video-call con Vladimir Putin per discutere l’ampliamento dei legami economici fra i due Paesi, probabilmente a buonanima del senatore McCarthy applaudirà soddisfatta dall’aldilà.

Organizzato dalla Camera di commercio italo-russa lo scorso novembre con l’approvazione del ministero degli Esteri, l’evento rappresenta un’iniziativa privata che non prevede la partecipazione di personalità collegate a istituzioni pubbliche, stando a quanto dichiarato con tono allarmato da un anonimo funzionario del governo italiano contatto dal Financial Times, testata che ha appena rilanciato la notizia con enfasi che travalica il valore delle notizia. E si prospetta, come spesso accade con il giornale della City, come messaggio in codice.

Tradotto, pessimo timing per parlare di affari con il Cremlino. Il problema è che la platea di uomini d’affari che invece sarà ben felice di confrontarsi con il presidente russo è di quelle decisamente pesanti: capitanata dal co-presidente dell’Italo-Russian Business Committee e numero uno di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, l’allegra brigata contempla - fra gli altri - Claudio Descalzi di Eni, Francesco Starace di Enel, l’amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, il capo del branch russo di Intesa-Sanpaolo, Antonio Fallico e il numero uno di Generali, Philippe Donnet. Insomma, il gotha del business italiano. Quello che conta davvero. Il quale verrà introdotto alla presenza dell’inquilino del Cremlino da Dmitry Konov, presidente del gigante petrolchimico Sibur.

E per sommo mal di testa del ministro Di Maio, tutte le aziende hanno confermato al Financial Times la presenza dei loro rappresentanti. Ucraina o non Ucraina, stante oltretutto il deciso ridimensionamento del rischio di invasione arrivato oggi nientemeno che dallo stesso governo di Kiev, il quale ha anche bollato come eccessiva la decisione Usa di far evacuare i famigliari dei diplomatici. Qualcuno, forse, ha un’agenda nascosta che sottende la verve bellicista degli ultimi giorni?

Questo grafico

Controvalori dell'interscambio commerciale con la Russia di Usa e Ue Controvalori dell’interscambio commerciale con la Russia di Usa e Ue Fonte: Bloomberg

parrebbe suggerire di sì, visto come appaia plateale e non necessitante di commenti chi uscirebbe sconfitto da un’eventuale nuovo round di sanzioni economiche contro Mosca. E se si capisce come gli Usa facciano il loro interesse, qualche sospetto emerge invece in sede di rappresentanti dei governi Ue. Soprattutto alla luce del rallentamento economico in atto e della crisi energetica che sta spingendo a livelli quasi senza precedenti la bolletta di aziende e cittadini.

Insomma, l’amico americano può avere tutto da guadagnare da un’Europa che perde un partner simile e paga lo scotto energetico della sua industria ma per quale ragione nell’Ue sono sempre in troppi a volersi mostrare più realisti del Re, quando si tratta di aggressività nell’approccio con Mosca? E se questo grafico

Andamento del flusso di gas russo verso l'Europa dalle due pipeline principali Andamento del flusso di gas russo verso l’Europa dalle due pipeline principali Fonte: Bloomberg

mostra chiaramente quale sia il livello di braccio di ferro in atto fra Gazprom e l’Ue sulle forniture di gas attraverso le due pipeline principali, ecco che il Financial Times non perde occasione per lanciare l’ennesimo telegramma politico.

Dopo aver sottolineato come al meeting saranno presenti anche pezzi da novanta russi come il capo di Rosneft, Igor Sechin e quello del Fondo sovrano nazionale, Kirill Dmitriev, il quotidiano della City interpella Alexander Gabuev, senior fellow presso il Carnegie Moscow Centre, a detta del quale Putin ora ritiene l’Italia come l’anello debole in Europa, tale da poter essere influenzata per ottenere un’azione politica di alleggerimento delle sanzioni, se desse realmente vita a una seria escalation militare in Ucraina.

Come dire, quel meeting potrebbe presentarsi come un evento da quinta colonna o cavallo di Troia che lascerà per sempre lo stigma sull’Italia. In compenso, dal Cremlino fanno sapere che verranno discussi tutti i dettagli e gli argomenti più importanti relativi ai legami commerciali, economici e di investimento fra i due Paesi, soprattutto il potenziale di espansione per quanto riguarda la cooperazione in campo energetico, industriale. finanziario e della tecnologia green. E la mega-commessa appena ottenuta del Gruppo Danieli dimostra come, a differenza di certi partner che parlano molto, in Russia tendono a far seguire i fatti (e i rubli) alle parole.

Il volume di scambio fra i due Paesi è cresciuto del 54% su base annua fra gennaio e novembre del 2021, raggiungendo la cifra di 27,7 miliardi di dollari. E se la parte del leone è ovviamente appannaggio dell’export energetico russo, le esportazioni italiane verso la Federazione nel medesimo arco di tempo sono cresciute del 20%, raggiungendo gli 11 miliardi di dollari. La speranza è che alla poco onorevole sparata contro un civil servant di assoluto rigore e valore come Franco Frattini, non seguano strani interventi di certa politica al fine di sabotare o screditare la call di domani. Perché a quel punto, i dubbi diventerebbero sospetti. Fondati.

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