Google: diritto all’oblìo, ecco una breve guida su come ottenerlo

Angelo Angellotti

27/06/2014

27/06/2014 - 15:04

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È stato boom di richieste per assicurarsi la rimozione dei link indesiderati da parte dei soggetti interessati. In questi giorni Google ha iniziato la cancellazione.

Google: diritto all’oblìo, ecco una breve guida su come ottenerlo

Fino a non molto tempo fa esisteva una legge crudele nel mare di Internet. Da quando Google è Google, da quando i motori di ricerca hanno iniziato ad invadere le nostre vite, tutto quello che abbiamo scritto, postato e consegnato alla rete, nel tempo, è rimasto indelebilmente legato e scolpito. Per sempre. Pronto ad esserci rinfacciato in qualsiasi momento.

Una sorta di damnatio memoriae alla rovescia che esponeva tutti i cittadini ad imbarazzo, nel migliore dei casi, o a situazioni paradossali. Per ovviare a questa incongruenza, non più tardi di un mese fa, dopo che la Corte di Giustizia Europea aveva sancito il diritto per i cittadini comunitari a poter vedere rimosse notizie inesatte, superate o scorrette che li riguardano, BiG G ha dovuto adeguarsi. Imprescindibile è diventato il dovere, per il più noto motore di ricerca, di cancellare quelle informazioni che gli utenti intendono non più far comparire nelle ricerche.

Occorrono tre precisazioni al riguardo, che vi espongo perchè ho provato il servizio.

La prima: la cancellazione riguarda soltanto i link che comparivano all’interno dei risultati delle richieste inoltrate ai motori di ricerca. In poche parole la pagina ed il sito restano intatti, con tutte le notizie che contengono. Solo che diventano invisibili agli occhi di Google.

La seconda: la rimozione degli URLs è relativa ai soli risultati di ricerca delle versioni Europee di Google. Un cittadino dall’Asia o dall’ America potrebbe continuare a visualizzare quanto da voi richiesto per la cancellazione.

La terza: la richiesta all’oblìo telematico riguarda solo il motore di ricerca di Mountain View. Ciò non toglie che i link possano continuare ad essere «trovati» da altri motori di ricerca concorrenti.

Nella prima settimana di attività del form predisposto dall’Ufficio Legale le richieste sono state oltre 41.000. Solo in questa settimana, tuttavia, Google sta effettivamente ponendo in essere la soppressione degli indirizzi richiesti.

Ciò premesso, ecco i semplici passi da seguire per potervi avvalere del «diritto all’oblìo».

Indirizzate il vostro web browser a questo link.

Vi troverete davanti ad una schermata che vi avvertirà che gli utenti possono chiedere ai motori di ricerca di rimuovere risultati relativi a query che includono il loro nome, qualora tali risultati siano inadeguati, irrilevanti o non più rilevanti, o eccessivi, in relazione agli scopi per cui sono stati pubblicati. Inoltre Big G precisa che «durante l’implementazione di questa decisione, valuteremo ogni singola richiesta e cercheremo di bilanciare i diritti sulla privacy della persona con il diritto di tutti di conoscere e distribuire le informazioni.

Durante la valutazione della richiesta stabiliremo se i risultati includono informazioni obsolete sull’utente e se le
informazioni sono di interesse pubblico, ad esempio se riguardano frodi
finanziarie, negligenza professionale, condanne penali o la condotta
pubblica di funzionari statali.»

Preso atto di quanto stabilito dal supporto di Google dovrete inserire il vostro Stato di appartenenza. Selezionatelo.
Mettete quindi nel campo «Nome» il vostro nome e cognome avendo cura, in quello immediatamente sottostante, di indicare se la vostra richiesta è per voi stessi o un’ altra persona (anche non più in vita) e quindi di includerne il relativo nominativo.
Il form prosegue con una sezione che vi domanda in che rapporto siete col richiedente. Se siete i diretti interessati non vi resterà che scrivere «me stesso», altrimenti indicherete il rapporto con la persona che rappresentate (ad esempio: «coniuge» o «avvocato» o «tutore»).

A questo punto dovrete indicare con precisione certosina tutti i link di cui chiedete la cancellazione dai risultati del motore di ricerca. L’opzione offerta da Google è apparentemente quella di un solo URL, ma, proprio sotto al box, troverete un link con la dicitura «Aggiungi un altro allegato». Certo, in italiano la traduzione corretta sarebbe «aggiungi un altro campo». Non vi resta quindi che cliccarlo per creare ulteriori box ed inserire tutti i link che vi interessano.

Il passo immediatamente successivo è altrettanto importante. Dovrete scrivere per ciascun link il motivo per il quale chiedete la cancellazione. Ciò in virtù proprio dei principi esposti dalla casa di Mountain View all’inizio del form predisposto. La motivazione può essere anche unica e coincidente per tutti quanti i link descritti. In quel caso la indicherete una sola volta.

Fatto ciò il supporto vi precisa che "per prevenire richieste di rimozioni fraudolente da parte di persone che si spacciano «per qualcun altro, che cercano di danneggiare i propri concorrenti o che cercano di rimuovere informazioni di carattere legale, dobbiamo verificare la sua identità. La preghiamo di allegare una copia chiara e leggibile di un documento che attesti la sua identità (o l’identità della persona che rappresenta nonché una prova della sua autorizzazione). Non è necessario fornire un documento d’identità rilasciato da autorità governativa. Può inoltre oscurare determinate parti del documento (per esempio numeri) fin tanto che il documento fornito ci permetta di identificarla. Google utilizzerà tali informazioni esclusivamente per autenticare la richiesta e cancellerà la copia entro un mese dalla chiusura della pratica relativa alla sua richiesta di rimozione fatta eccezione per i casi previsti dalla legge.». Col pulsante «Sfoglia» selezionerete dunque un file pdf o immagine di un vostro documento di riconoscimento in corso di validità (e di cui avrete avuto cura di effettuare, precedentemente, una scansione).

Siamo in dirittura d’arrivo. Ora dovrete spuntare un piccolo box con cui dichiarerete che tutte le informazioni apposte sono corrette e di essere la persona oggetto delle pagine web identificate, oppure di essere autorizzato dalla persona interessata a inviare la richiesta.

Selezionate quindi la data della domanda, che fungerà da apposizione della firma, e cliccate Invia.
Google vi farà presente che una volta inviato il modulo, potrebbe inoltrare la richiesta, ed eventuali informazioni allegate, all’autorità competente per la protezione dei dati, nonché informare i webmaster dei siti che verranno rimossi dai loro risultati di ricerca a seguito del reclamo.

Dopo qualche minuto riceverete una email come questa:

Hi,

Thanks for reaching out to us!

We have received your legal request. We are currently building our system for removing links from our search results according to EU data protection law. In the meantime, your message is in our queue. Once we have our system up and running, we’ll process your request as quickly as our workload permits.

Regards,

The Google Team

Se il procedimento è andato a buon fine ne riceverete un’altra come quest’altra:

Gentile XXX,

La ringraziamo per il suo messaggio.

Come da sua richiesta, sono stati rimossi dai risultati di ricerca delle versioni Europee di Google i seguenti URLs:
XXXX
per le parole di ricerca relative al suo nome.

Le facciamo presente che tale azione non comporta la rimozione del contenuto in questione dal web. Può contattare direttamente il proprietario del sito web in questione.

Con questa email potete considerare chiuso il procedimento e, potrete verificare voi stessi, gli indirizzi richiesti non compariranno più nei risultati del motore di ricerca.
Un passo verso la tutela del diritto ad “essere dimenticati su Internet”, proprio come aveva richiesto la recente sentenza europea.

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