Germania, la locomotiva in frenata: cala la fiducia delle imprese. Tagliate le previsioni di crescita 2014

Marta Panicucci

27 Agosto 2014 - 10:35

Indice Ifo in calo nel mese di agosto. La locomotiva tedesca rallenta la sua corsa ed è costretta a rivedere le stime di crescita per il 2014

Germania, la locomotiva in frenata: cala la fiducia delle imprese. Tagliate le previsioni di crescita 2014

Anche le locomotive frenano sotto il peso della lunga crisi europea. E così anche l’austera Germania si trova costretta a fare i conti con una fiducia delle imprese in calo ad agosto che rimette in discussione le stime di crescita del Pil per il 2014.

Indice Ifo
L’indice Ifo è un market mover molto indicativo, considerato termometro dello Stato di salute di un paese. Si tratta di un indicatore che misura la fiducia delle imprese. Nel mese di agosto l’indice Ifo della Germania ha registrato un dato peggiore delle attese. Gli esperti avevano previsto una flessione del dato Ifo per il mese di agosto, ma la realtà è stata peggiore delle ipotesi. A fronte di un dato previsto a quota 107, l’indice Ifo di agosto si è attestato a 106,3.

L’indice Ifo è stabilito sulla base di sondaggi condotti tra circa 7000 esponenti dei principali settori dell’economia tedesca. Nel mese di agosto tutti i settori tranne quello delle costruzioni si sono mostrati più pessimisti sul futuro.

Crescita Pil 2014
I dati deludenti dell’indice Ifo tedesco spingono l’istituto a rivedere le stime di crescita del Pil nel 2014, ma resta esclusa la possibilità di una recessione tedesca. Nel terzo trimestre estivo si potrebbe già registrare una crescita zero. Secondo il capo economista dell’istituto Ifo, Wohlhabe il Pil tedesco potrà salire dell’1,5% e non del 2% come finora stimato.

Non solo Ifo
Non solo l’indice Ifo di agosto indica una frenata della locomotiva tedesca. I primi segnali di sofferenza erano arrivati già la scorsa settimana, quando l’indice Pmi ha registrato una flessione. A soffrire in modo particolare è il settore manifatturiero che registra dati ai minimi da 14 mesi. Pesano sul pessimismo delle aziende le incertezze sulla crisi ucraina che frenano le esportazioni, ma anche le preoccupazioni per l’introduzione, a partire dal 2015, del salario minimo.

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