Striscia di Gaza: uno dei focolai internazionali da decine di anni. A Gaza riesplode la tensione e si infiamma la guerriglia tra Hamas e Israele. La comunità internazionale assiste all’ennesima stagione violenta che investe la zona, mentre alcuni Paesi dell’area cercano di mediare e porre fine ai disordini.
Il ruolo di Egitto, Turchia e Tunisia
Nessuna luce nei cieli di Gaza, se non quella delle bombe, dei razzi, della guerra, del dolore. Nessuna tregua. Neanche quella annunciata in occasione della visita del Premier egiziano Hisham Kandil. Almeno così pare. I morti aumentano, così come la voglia di non arrendersi, non venir meno ai propri folli propositi. E’ un botta e risposta senza tregua in queste ore. E’ una carneficina di civili.
Kandil annuncia il suo impegno per riportare ordine e pace sul territorio di Gaza, attaccato e provato dall’aggressione israeliana, “un’aggressione contro l’umanità”, come ha precisato il Presidente egiziano Mohamed Morsi. O è forse Hamas ad avere sfidato, ancora una volta, Israele?
Le vicende di quest’area sono da tempo ingarbugliate e ambigue, avvolte in una spirale di violenza, una bomba a orologeria che scoppia a intermittenza, ma che va disinnescata. Una volta per tutte.
Anche la Turchia e la Tunisia, rappresentata da Rafiq Abdessalam, ministro degli Esteri in visita domani a Gaza, sono pronte al dialogo.
L’Europa
Da sempre condizionata dalle varie “primavere” vissute dal mondo arabo, l’Europa si mostra preoccupata e decisa a discutere una soluzione nella riunione dei ministri dell’Ue che si terrà lunedì a Bruxelles, in cui la voce “emergenza Gaza” sarà la nota straordinaria di cui occuparsi.
Catherine Ashton, Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera, ha dichiarato: “’Il lancio di razzi da Hamas e da altre fazioni a Gaza che hanno iniziato questa crisi è totalmente inaccettabile per ogni governo e deve fermarsi”.
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