Nuovi modelli in arrivo dalla fusione FCA-Renault Nissan? Ecco le prospettive e i rischi di addio ad alcune delle auto attualmente prodotte.
La fusione tra FCA e Renault sembra sempre più vicina. Le fonti ufficiali dai due gruppi industriali parlano di fusione alla pari al 50%, e questo comporterebbe la formazione del più grande gruppo automobilistico al mondo per volume di vendite. Renault infatti è da anni in alleanza con Nissan, e la maxi fusione con Fiat Chrysler - che porterebbe in dote Lancia, Fiat, Alfa Romeo, Jeep e Dodge - porterebbe ad un nuovo salto.
Come in ogni fusione ci sono però aspetti delicati come gli accordi sulla produzione dei veicoli, specialmente quando più gruppi si uniscono passando da competitor ad alleati. La stessa Renault, nel proprio comunicato ufficiale in cui ha manifestato interesse alla proposta di fusione di FCA, ha sottolineato la conferma dell’impronta produttiva del gruppo Renault, un aspetto che fa subito pensare all’importanza per le due realtà di mantenere più autonomia possibile nei processi di produzione.
C’è la possibilità concreta che alcuni modelli possano cambiare progettazione, magari condividendo pianali e componenti a parità di segmento; mentre c’è il rischio che nella peggiore delle ipotesi alcuni veicoli possano uscire dal mercato o in generale dalle attuali linee produttive creando disagi ai lavoratori, di solito i primi a risentire delle grandi fusioni. Soltanto in Europa i due gruppi hanno circa venti stabilimenti da cui escono in tutto più di due milioni di automobili ogni anno grazie al lavoro di decine di migliaia di operai.
In questo senso la fusione di due gruppi che viaggiano sullo stesso tipo di modelli generalisti potrebbe creare nuove prospettive ma anche dei rischi in cui potrebbero sopperire alcune automobili attualmente in produzione. Vediamo quindi quali sono le opportunità, i potenziali problemi e i nuovi modelli a cui può andare incontro la produzione delle diverse case automobilistiche nel caso in cui la fusione tra Renault-Nissan e FCA si concretizzi.
Fusione FCA-Renault, nuovi modelli in arrivo?
I punti di contatto tra i due gruppi si registrano soltanto in alcuni segmenti, specialmente su suv e crossover dove spiccano sia la Losanga, che Nissan e ovviamente Jeep, mentre per quanto riguarda le berline i modelli Renault puntano sull’eleganza, mentre quelli Alfa Romeo sulla sportività. Nel segmento delle citycar c’è meno concorrenza, dominato da Fiat e Lancia, così come sul premium con Maserati, ma per il low cost a tutto reparto Renault ha dalla sua la casa Dacia.
Vediamo quindi quali sono i possibili modelli che verranno accorpati in qualche modo e quali sono invece le occasioni per farne nascere di nuovi, segmento per segmento.
| Utilitarie e citycar |
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Renault dalla sua ha soltanto la piccola Twingo, realizzata in partner con Smart forfour, che potrebbe essere assimilata alle linee di produzione delle piccole di FCA, Fiat Panda, Fiat 500 e Lancia Ypsilon, utilizzando la stessa piattaforma Small.
| Low cost |
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Sul low cost è Dacia ad avere un ruolo da protagonista, offrendo una gamma diversa da Fiat, più indirizzata ai crossover. La vicinanza con Jeep è esclusivamente ferma al segmento, essendo il brand americano considerato premium.
| Berline e compatte |
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Su questo segmento medio si accavallano vetture Renault come Clio e Megane, e vetture giapponesi come Nissan Micra e Nissan Pulsar. FCA può competere con Alfa Romeo Giulietta e Giulia, mentre sponda Fiat ha solo la Tipo che appartiene più alle sedan, segmento dove Renault offre la Talisman oltre alla Megane Grand Coupé.
| Suv e crossover |
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Questo è il settore più denso: FCA partecipa con ogni brand, a partire da Fiat con la 500X e le famigliari 500L, con l’intera produzione Jeep, con i suv Alfa Romeo Stelvio e Tonale (di prossima uscita) e con i top di gamma Maserati. Renault risponde con Captur e Kadjar, e con i crossover Scenic ed Espace, con tutte le versioni, oltre che con Dacia Sandero e Duster. Nissan anche offre uno dei b-suv più apprezzati, la Juke, diretta concorrente della Fiat 500X, ma anche il Qashqai e la X-Trail, già realizzati insieme alla Losanga.
| Sport e lusso |
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Anche qui nessuna competizione tra i brand FCA e Renault, perché è Nissan ad avere più scelta. Le due 370-Z e GT-R sono il fiore all’occhiello dello sport firmato Nissan, ma la prima necessita di un rinnovamento e in questo senso l’unione con Alfa Romeo e Maserati potrebbe aiutare.
Tra i nuovi modelli potrebbero nascere sicuramente le versioni elettrificate di Panda e 500, grazie anche all’esperienza di Renault e Nissan sui motori a zero emissioni. Inoltre potrebbe essere approfondito il segmento entry level di Renault, mentre potrebbe cambiare qualcosa nel segmento B-suv, visto che Captur, Juke, 500X e Renegade rischiano di affollare il reparto. Inoltre sulle sportive, FCA con Nissan potrebbe fare un’operazione simile a quella svolta da Toyota Supra e BMW. Inoltre, la Fiat 124 Spider potrebbe passare da un giapponese all’altro, una volta concluso l’accordo con Mazda.
Fusione FCA-Renault, opportunità e rischi
I due grandi gruppi potrebbero avere un potenziale enorme organizzando al meglio le proprie risorse. Ci sono diverse piattaforme in ballo, che potrebbero aiutare le case a ridurre i costi per lanciare nuovi modelli senza stravolgere le linee produttive, anzi massimizzandole. Accorpare eventualmente la produzione della Twingo in uno degli stabilimenti europei dove vengono costruite le Fiat 500 o le Fiat Panda, aiuterebbe a ridare linfa agli operai Fiat.
Per la casa italiana, l’alleanza con due marchi che hanno fatto dell’elettrificazione due virtuosi esempi - Renault Zoe e Nissan Leaf - sarebbe un’ulteriore spinta verso le nuove tecnologie, avviando quanto prima il lancio delle attese Panda e 500 elettriche. Lo stesso vale per Jeep e Alfa Romeo. In questo modo sarebbe più facile l’elettrificazione delle gamme, fino ad oggi ancora indietro.
L’intera fusione potrebbe riguardare come Nissan anche Mitsubishi Motors, che andrebbe ad infoltire con il modello Space Stare il segmento citycar ma soprattutto quello dei crossover.
Nella fase iniziale comunque ci sarà un grande equilibrio con autonomia sulle decisioni di produzione, almeno fino a che non saranno completati i rispettivi piani industriali fino al 2022, per i quali gli interventi della fusione potrebbero essere limitati e diventare più proficui nella progettazione dei modelli per il futuro.
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