Foto e video pubblicati all’insaputa di terzi: fino a 4 anni di carcere

Stefania Manservigi

21 Agosto 2017 - 18:30

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In arrivo una legge che punisce fino a 4 anni di carcere chi pubblica foto e video di terzi a loro insaputa. Ecco quando diventa reato.

Foto e video pubblicati all’insaputa di terzi: fino a 4 anni di carcere

Pubblicare foto e video di terzi a loro insaputa può arrivare a costare fino a 4 anni di carcere.

E’ quanto dovrebbe essere previsto dal reato di «fraudolenta diffusione di riprese audio o video di una persona inconsapevole», di prossima introduzione nell’ordinamento penale come richiesto dalla legge delega numero 103/2017 di riforma del processo penale che, tra le altre cose, va a modificare la normativa sulle intercettazioni.

Che lo si faccia per scherzo o per vendetta, dunque, occorrerà prestare attenzione prima di pubblicare su Facebook o sugli altri social network oppure su qualsiasi altro canale un video, un audio o una fotografia di una terza persona a sua insaputa.

Il Parlamento chiede infatti al Governo che venga protetta la reputazione di chi, a sua insaputa, viene filmato o registrato per essere infine pubblicato sui social network e sui diversi canali di diffusione. La legge chiede di

«prevedere che costituisca delitto, punibile con la reclusione non superiore a 4 anni, la diffusione, al solo fine di recare danno alla reputazione o all’immagine altrui, di riprese audiovisive o registrazioni di conversazioni, anche telefoniche, svolte in sua presenza ed effettuate fraudolentemente».

Quando pubblicare foto e video di terze persone può portare a rischiare 4 anni di carcere? Ecco cosa chiede la legge delega.

Pubblicare foto e video di terzi: quando è reato?

La legge delega che chiede al Governo l’introduzione del reato di «fraudolenta diffusione di riprese audio o video di una persona inconsapevole» si inserisce in un più ampio disegno di riforma della disciplina delle intercettazioni, che mira a far sì che le stesse non vengano utilizzate in maniera distorta e strumentale.

Affinché venga integrata la fattispecie di reato occorre che il soggetto ripreso o registrato non sia a conoscenza della registrazione, che ci sia dolo o inganno e diffusione finale del file.

Il comportamento che viene punito fino a 4 anni di carcere è quindi quello di chi:

  • cattura in modo illecito immagini o conversazioni;
  • le pubblica sui social network o le diffonde rendendole disponibili a un numero indeterminato di soggetti, all’insaputa del soggetto ripreso;
  • arreca danno alla reputazione o all’immagine di uno o più soggetti che sono parte della conversazione o che sono ritratte nelle immagini o nei video diffusi.

Se la persona che viene ripresa si accorge della registrazione e chiede che la stessa non sia resa pubblica, in questo caso la pubblicazione sui social network non integra più tare reato ma potrebbe configurarsi come violazione della privacy.

Pubblicare foto e video di terzi: fino a 4 anni di carcere

Che il Parlamento abbia voluto dare una certa rilevanza al tema, probabilmente anche a causa dell’uso sempre più distorto che viene fatto dei social network e di tutte le tecnologie moderne, si intuisce anche dalle pene che vengono richieste per la nuova fattispecie di reato.

Chi pubblica foto, video o conversazioni di terzi su Facebook e sugli altri social network a loro insaputa, integrando la fattispecie di reato prevista, rischierà infatti fino a 4 anni di carcere.

Restano impuniti i casi in cui la diffusione sia fatta per:

  • per esercitare il diritto di difesa;
  • per esercitare il diritto di cronaca;
  • nell’ambito di un procedimento amministrativo o giudiziario.

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