Forexinfo intervista John J. Hardy, FX Strategy Saxo Bank

Federica Agostini

10/10/2012

Forexinfo intervista John J. Hardy, FX Strategy Saxo Bank

Forexinfo.it intervista John J. Hardy, a capo del FX Strategy di Saxo Bank (Londra) ed una delle voci più influenti del mercato Forex. Seguitissimo il suo blog di commento sul mercato Forex e sull’attività delle banche centrali, John J. Hardy è autore dei report più importanti firmati Saxo Bank e regolarmente invitato come ospite e commentatore alle trasmissioni televisive di CNBC e Bloomberg.

Oggi, John Hardy ha risposto alle domande proposte da Forexinfo.it

(Disponibile su Forexinfo.info, la versione originale dell’intervista in lingua inglese)

D: Con la fine dell’estate l’Euro sta dando buoni segnali mentre fino a poche settimane non era raro sentir parlare di EURUSD verso la parità. L’Euro è finalmente fuori dal guado o è destinato a trovare nuovi problemi?

R: L’Euro è tutt’altro che fuori dai guai, al momento. Il recente rally è stato dettato da un mercato iper-posizionato che ha coperto la maggior parte delle posizioni dopo che la BCE ha tentato di calmare temporaneamente la situazione, dichiarando l’irreversibilità dell’Euro e promettendo di salvare la Spagna e altri paesi che facciano richiesta di aiuti (la cosiddetta "condizionalità"). Ma se diamo uno sguardo a quei paesi che stanno dietro al meccanismo ESM e che ne finanzieranno i fondi di salvataggio, vediamo la Francia, dove la recessione sembra diventare sempre più problematica e dove il presidente ha imprudentemente lanciato un’aumento generale delle tasse che, inevitabilmente, schiaccerà ulteriormente la crescita.

Infondo, la Francia potrebbe essere considerata tanto fragile quanto la Spagna, in termini di bilanci fiscali. Sul lungo termine, dunque, l’approccio tedesco alla crisi, fatto di salvataggi in cambio di austerity semplicemente non funzionerà, ma anzi tenderà ad aggravare le tensioni sociali alle zone periferiche dell’Eurozona.

A parte una rottura dell’Europa, che sia causata dall’approccio della Germania o dall’ammissione che le zone periferiche hanno bisogno di un po’ di sollievo e dunque di una svalutazione dell’Euro, non ci sono altre scelte possibili che possano rendere l’Euro più forte a partire da adesso.

D: Anche l’oro ha ripreso a salire. Il QE3 varato da Bernanke è la spinta definitiva verso quota 2000$ l’oncia?

R: Si tratta, certamente, di un grosso rischio sul lungo termine; la costante forzatura della liquidità significa che parte di questa è già indirizzata verso i beni durevoli, un rifugio contro la svalutazione della moneta. Nel breve termine credo che il mercato dell’oro possa essere suscettibile a cali, soprattutto se si indebolisse la propensione al rischio che è già una posizione piuttosto popolare.

D: Quanto e in quale direzione possono incidere i mesi più caldi della campagna elettorale USA? L’elezione di uno dei due candidati può dare una spinta precisa al dollaro?

R: La tendenza generale, nella prospettiva dell’economia Statunitense, vede con maggiore positività la vittoria di Romney, rispetto a quella di Obama. Ma l’andamento del Dollaro potrebbe avere ben poco a che fare con l’economia USA del breve e medio termine, visto che il Dollaro continua ad essere scambiato come valuta rifugio, salendo quando nei mercati si generano maggiori timori e scendendo quando è forte la propensione al rischio. Se Romney vincesse, le previsioni sarebbero quelle di un "fiscal cliff" meno duro che, ironia, sarebbe positivo per la propensione al rischio e, di conseguenza, negativo per il Dollaro. Sul periodo più lungo, invece, Romney ha dichiarato che non riconfermerà la nomina di Ben Bernanke alla Federal Reserve il prossimo anno - e chi è a capo della Fed è decisamente più importante di chi sia il Presidente degli Stati Uniti. Fino a pochi giorni fa, si pensava che la vittoria di Obama fosse assicurata, ma un recente dibattito è riuscito ad incidere sui sondaggi al punto di aprire nuove possibilità di vittoria per Romney.

D: La soglia di 1.20 sul cambio EURCHF imposta dalla Banca Centrale Svizzera sta reggendo bene. E’ un livello di cambio fisso de facto che è destinato a durare ancora a lungo?

R: Ultimamente il cambio EURCHF ha cercato di superare il peg fissato all’1.20 e, la scorsa settimana, abbiamo assistito all’interessante storia di alcune banche centrali che pianificano di imporre tassi negativi sui depositi di Franchi Svizzeri. Sarebbe interessante vedere se un’iniziativa del genere potesse spingere il cambio EURCHF più in alto, ma credo che a breve questo torni ad essere scambiato verso il peg -e che la Swiss National Bank avrà parecchie difficoltà nel difenderlo- se/quando l’Europa tornerà di nuovo in una situazione problematica a causa delle tensioni e delle difficoltà politiche che ne impediscono l’incedere.

Traduzione per Forexinfo.it a cura di Federica Agostini - Fonte: Forexinfo.info

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