Forex: la discesa di euro-dollaro non è più così scontata, sorprese all’orizzonte?

Francesco Lucchetti

21 Novembre 2015 - 13:29

Le diverse politiche monetarie potranno portare euro-dollaro alla parità, ma il rimbalzo rimane un’alternativa possibile e dicembre potrebbe addirittura deludere gli “orsi” del forex. Ecco quali sono gli interrogativi che rallentano la discesa EUR/USD

Forex: la discesa di euro-dollaro non è più così scontata, sorprese all’orizzonte?

Il cambio euro-dollaro continua nella sua discesa e la notizia piace molto alle aziende esportatrici europee che spingono in alto gli indici azionari dell’Eurozona, ma il trend ribassista di EUR/USD non è più intenso come un tempo e, nonostante il trend rimanga ribassista fino a prova contraria, la possibilità di un rimbalzo è sempre dietro l’angolo e i segnali tecnici in questo senso non mancano.

Negli ultimi giorni fonti autorevoli del mondo della finanza hanno espresso i propri dubbi riguardo la coppia euro-dollaro, il contesto macroeconomico vede la Federal Reserve vicina al rialzo del tasso d’interesse e la Banca Centrale Europea in prossimità del QE 2, eppure per il raggiungimento della parità potremmo dover aspettare il mese di dicembre e le grandi decisioni da parte di FED e BCE.

Politiche monetarie divergenti, economie più vicine

Secondo le opinioni di UBS e Stephen Diggle la discesa del cambio euro-dollaro potrebbe non essere così scontata, è possibile che la tanto acclamata parità venga raggiunta grazie alla divergenza che balza agli occhi sul fronte delle politiche monetarie, con una FED che con tutta probabilità aumenterà il tasso d’interesse a dicembre e con Mario Draghi che è pronto ad intensificare il Quantitative Easing. Ma di fatto l’economia statunitense non è ancora decollata e nel frattempo anche l’Eurozona dà importanti segnali di ripresa che rallentano in misura notevole la caduta di EUR/USD.

Perché dicembre potrebbe deludere gli “orsi”?

La prospettiva ribassista che domina il mercato delle valute potrebbe infrangersi contro una delusione nel mese di dicembre, per due motivi.
Stando alle parole di Janet Yellen, l’aumento del tasso d’interesse da parte della FED avverrà in maniera graduale e di volta in volta saranno attentamente valutati gli effetti del rialzo sullo scenario interno ed internazionale, prima di procedere con misure più consistenti. In secondo luogo, la politica monetaria espansiva della BCE potrebbe in parte già essere stata scontata dal mercato e potrebbe quindi venire a mancare quella potente spinta ribassista che aveva caratterizzato il primo QE, che aveva segnato invece una svolta storica.
Tuttavia il raggiungimento del livello di parità tra euro e dollaro non è affatto da escludere, ma è probabile che per un traguardo simile occorrerà attendere i fatti.

Euro-dollaro, segnali tecnici d’inversione contrastano la discesa

La quotazione di EUR/USD ha rotto al ribasso appena venerdì il supporto di 1.0660 e questo potrebbe motivare un inizio della prossima settimana all’insegna delle vendite, ma sarà opportuno attendere i market mover che lunedì mattina riguarderanno l’Eurozona. La continuazione del trend ribassista potrebbe portare il cambio euro-dollaro verso i supporti ormai vicini di 1.0568 e 1.0462, minimo dello scorso marzo.
D’altro canto un rimbalzo non sarebbe così improbabile, considerati i numerosi segnali d’inversione provenienti dagli indicatori: nel timeframe giornaliero l’oscillatore stocastico segnala EUR/USD in piena area di ipervenduto e nel timeframe a quattro ore (H4) il MACD dà lo stesso suggerimento, con una grande convergenza rialzista che persiste da quasi un mese e potrebbe presto dare i suoi frutti. Nel caso in cui avesse luogo la risalita dell’euro, potremmo allora rivedere la quotazione in prossimità delle resistenze di 1.0740 e 1.0832.

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