Sale vicino a quota 1.0950 il cambio euro dollaro, con il biglietto verde che soffre dell’attesa per il market mover sulla fiducia dei consumatori e l’annuncio del FOMC sui tassi di domani sera.
Il dollaro USA è in discesa contro le altre valute importanti nel forex trading nella giornata di martedì: i mercati sono nervosi davanti in attesa del market mover sulla fiducia dei consumatori, nonché della dichiarazione mensile del FOMC della Federal Reserve prevista per mercoledì sera.
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I trader sono in cerca di ulteriori indicazioni sulla forza della ripresa, prima dell’annuncio di politica monetaria della Federal Reserve di Mercoledì.
I recenti dati deludenti sull’occupazione, le vendite di immobili e la produzione industriale hanno spinto gli investitori a ridimensionare le aspettative sui tempi di un primo rialzo dei tassi da parte della banca centrale americana, spingendo così il dollaro in basso contro le altra valute, anche sul cambio euro-dollaro.
L’indice del dollaro statunitense, che misura la forza del biglietto verde contro un paniere ponderato di sei valute principali, è sceso dello 0,27% a 96,63.
Il cambio euro-dollaro EURUSD è in salita dello 0.60% a 1.0948, corteggiando quota 1.0950.
L’euro ha trovato il supporto dopo la notizia secondo cui il primo ministro greco Alexis Tsipras ha cambiato la squadra per i colloqui con i creditori internazionali del paese, alimentando l’ottimismo che un accordo potrà essere raggiunto entro i primi di maggio.
La sterlina è sotto pressione da quando l’Ufficio nazionale di statistica ha riferito questa mattina che il prodotto interno lordo del Regno Unito è cresciuto dello 0,3% nel primo trimestre 2015, rallentando rispetto lo 0,6% nell’ultimo trimestre del 2014. E’ stato il tasso più lento di crescita dal quarto trimestre del 2012 .
La previsione degli economisti preannunciavano un rallentamento più moderato allo 0,5%.
Gli investitori ora guardano all’esito delle prossime elezioni generali britanniche del 7 maggio, che potrebbero tradursi in un parlamento in difficoltà e in un governo di coalizione instabile, che potrebbe frenare ancora di più la crescita dell’economia del Regno Unito.
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