Secondo gli esperti di UBS e di Battery Park Capital, il possibile rialzo dei prezzi del petrolio nel 2016 potrebbe far ritrovare forza ad una valuta in particolare.
Il 2015 è stato un anno particolarmente difficile per le materie prime in generale e per il petrolio in particolare. La sovrapproduzione dell’Opec, il calo della domanda (soprattutto proveniente dalla Cina) e l’ingresso di nuovi concorrenti nel mercato hanno fatto in modo di spingere a ribasso le quotazioni del greggio.
Analisti: Dollaro canadese trarrà beneficio dal rimbalzo dei prezzi del petrolio
I prezzi del petrolio quest’anno hanno perso il 35-40% del loro valore, scambiando ormai stabilmente al di sotto della soglia di 40$ a barile. Molti Paesi hanno dovuto confrontarsi con il ribasso dei prezzi del petrolio e sono dovuti correre ai ripari svalutando la propria moneta.
Secondo gli analisti di UBS, vi è però una moneta che dovrebbe beneficiare più delle altre di un rimbalzo dei prezzi del petrolio.
La moneta in questione è il Dollaro canadese che potrebbe beneficiare non solo del possibile rimbalzo dei prezzi del petrolio ma anche della rinnovata forza dell’economia statunitense.
Il Dollaro canadese quest’anno ha perso il 20% del proprio valore contro il Dollaro USA a causa dell’indebolimento della domanda di energia ed in particolare del petrolio.
Secondo gli analisti di UBS, l’outlook sui prezzi del petrolio a breve termine è negativo tuttavia un rimbalzo nella seconda metà del 2016 è possibile. Anche gli esperti di Battery Park Capital sono sulla stessa lunghezza d’onda di quelli di UBS.
Secondo gli strategist di Battery Park, i prezzi del petrolio sono al momento tenuti artificialmente bassi a causa della politica di produzione dei Paesi dell’Opec e dal calo della domanda di greggio.
Tuttavia, secondo gli analisti della casa d’affari, la situazione sembra stia migliorando sia sul lato dell’offerta che sul lato della domanda di greggio.
Difatti, con la possibile ripresa dell’economia cinese e con il continuo calo di produzione degli impianti di petrolio in Nord America (produzione che scende del 60% all’anno), si potrebbe assistere nella seconda metà del prossimo anno al rimbalzo del petrolio.
Il buono stato di salute dell’economia USA (che si dovrà confermare tale anche nel 2016), di concerto al rimbalzo dei prezzi del greggio, dovrebbe aiutare il Dollaro canadese a recuperare il terreno perso quest’anno.
Stati Uniti e prezzi del petrolio sono i driver dell’economia canadese
L’economia canadese dipende sia dall’andamento di quella USA, visto che gli Stati Uniti sono il primo partner commerciale del Canada, che dai prezzi delle materie prime (sopratutto energetiche: petrolio e gas liquidi).
Il greggio conta per un 10% sugli introiti del Canada e gli Stati Uniti sono il primo importatore del petrolio prodotto nel Paese nordamericano. In passato infatti gli USA hanno importato più petrolio dal Canada che non dall’Arabia Saudita.
Il Canada è un grande produttore di energia grazie alle immense riserve presenti nel Paese ed è uno dei Paesi concorrenti nel mercato petrolifero nel mirino dell’Opec.
Il rialzo dei prezzi del petrolio non gioverà a tutte le monete dei Paesi produttori
Il rimbalzo dei prezzi del petrolio potrebbe comunque non dare giovamento a tutte le monete dei Paesi esportatori.
E’ il caso ad esempio del Dollaro australiano che, a causa del declino dei prezzi delle materie prime visti in calo anche per il prossimo anno, potrebbe comunque non beneficiare del rialzo delle quotazioni del greggio.
Il Dollaro australiano quest’anno si è svalutato del 10% contro il Dollaro americano a causa del rallentamento del settore edile cinese che era la prima fonte di esportazioni del settore minerario australiano.
Secondo gli esperti di UBS, l’anno prossimo il Dollaro australiano continuerà a perdere valore a causa del calo dei prezzi delle materie prime (ad esclusione ovviamente del petrolio) e dall’alto deficit della bilancia commerciale australiana.
Fonte: Cnbc.com
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