La banca centrale neozelandese ha venduto 521 milioni di NZ$ ad agosto, confermando la propria intenzione di svalutare la moneta nazionale
Da qualche tempo circolavano insistentemente rumors relativi a un possibile intervento della Reserve Bank of New Zealand (RBNZ) sul mercato internazionale delle valute volto a deprezzare il cambio del dollaro neozelandese, ritenuto eccessivamente elevato nei confronti delle principali monete. Era stato lo stesso governatore Graeme Wheeler a ribadire a più riprese che l’istituto monetario di Wellington era pronto a intervenire direttamente sul forex per vendere valuta locale contro valuta estera, allo scopo di frenare il boom della divisa oceanica.
In realtà, dopo l’ascesa di luglio scorso terminata sui top di area 0,8830, il tasso di cambio NZDUSD ha iniziato una costante discesa che stanotte ha visto i prezzi sfiorare quota 0,77. In pratica, in poco più di due mesi e mezzo, il valore del Kiwi è diminuito del 14%. E’ una vera e propria svalutazione, addirittura superiore a quella del cambio euro/dollaro che però è stato spinto verso il basso dal lancio di misure monetarie ultra-accomodanti da parte della BCE.
I vertici della RBNZ, però, non hanno bluffato sull’ipotesi di vendita di dollari neozelandesi a mercati aperti. Infatti ad agosto è stato calcolato che complessivamente la banca centrale di Wellington ha venduto sul mercato forex qualcosa come 521 milioni di dollari neozelandesi. Insomma, si è passati dalle parole ai fatti concreti. E la valuta oceanica ha proseguito la sua discesa, sia contro il biglietto verde che contro la moneta unica europea.
Il cambio NZDUSD è sceso sui minimi degli ultimi 14 mesi a 0,7707, mentre il cross EURNZD è volato a 1,6445 ai top da oltre 6 mesi. Secondo i policy makers della RBNZ, il dollaro neozelandese continua a mostrare valori troppo elevati rispetto al suo fair value. Il primo ministro della Nuova Zelanda ha di recente affermato che il livello corretto del Kiwi è intorno a 0,67, ovvero il 15% in meno rispetto alla quotazione corrente. Da un punto di vista tecnico, però, non va escluso un rimbalzo del Kiwi, visto che è stata raggiunta un’area di supporto chiave di lungo periodo posta proprio a 0,77.
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