Ieri sera la banca centrale della Nuova Zelanda ha confermato il costo del denaro al 3,5%, come da attese. Sul forex giù il Kiwi, che si avvicina al supporto chiave di 0,77
Ieri sera, dopo la decisione della FED di azzerare il piano di quantitative easing e di lasciare il costo del denaro invariato al minimo storico, è toccato alla Reserve Bank of New Zealand annunciare le proprie decisioni di politica monetaria. L’istituto di Wellington ha deciso di mantenere stabili i tassi di interesse in Nuova Zelanda al 3,5%, in linea con le aspettative degli analisti finanziari.
Dopo una serie di aumenti al costo del denaro, la RBNZ ha frenato sulla stretta monetaria in virtù del rallentamento della crescita del tasso di inflazione. Rispetto al precedente statement, il governatore Graheme Wheeler non ha dato alcuna indicazione su possibili rialzi futuri dei tassi e anzi ha fatto capire che per un po’ non ci saranno né incrementi né decrementi al cash rate.
Il numero uno della banca centrale di Wellington ha poi dichiarato che il dollaro neozelandese continua a quotare su “livelli ingiustificatamente elevati”, risultando così da freno alla crescita economica del paese oceanico che comunque resta abbastanza sostenuta.
La RBNZ si aspetta nuovi deprezzamenti della propria valuta, soprattutto a seguito della forte discesa dei prezzi delle commodity e per la maggiore instabilità sui mercati finanziari che spinge gli investitori a preferire le valute rifugio e ad evitare l’apertura di grosse posizioni in carry trade.
Sul forex il tasso di cambio NZDUSD è stato respinto ieri poco prima di approdare a 0,7980. Da qui è partita una raffica di vendite, che ha spinto il Kiwi fino in area 0,7770. Il segnale tecnico di ieri, decisamente bearish, dovrebbe favorire una nuova discesa delle quotazioni almeno fino al test del supporto di area 0,77. In caso di breakout ribassista, il target successivo è intorno a 0,7450.
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