Fininvest: Vivendi e cinesi rovinano le vacanze a Berlusconi

Fiammetta Rubini

3 Agosto 2016 - 17:07

Mediaset-Vivendi, Milan-cinesi: le trattative di Fininvest sono a rischio? Tra milioni di euro di debiti e continui slittamenti, Berlusconi non si sta certo godendo le vacanze estive...

Fininvest: Vivendi e cinesi rovinano le vacanze a Berlusconi

È un’estate nera per Fininvest e Berlusconi: l’“affare fatto” con Vivendi per la fusione con Mediaset Premium e con i cinesi per la cessione del Milan si è trasformato in trattative ferme e a rischio. E intanto le casse della pay TV del Biscione hanno un buco di oltre 700 milioni di euro.

Non c’è che dire, Vivendi e i cinesi stanno decisamente rovinando l’estate alla famiglia Berlusconi. L’acquisizione del club rossonero è ferma, e lo stallo della trattativa con Sonny Wu preoccupa patron del Milan e tifosi a poche settimane dalla chiusura del calciomercato.

E se le voci sulla rottura dell’accordo con i cinesi sono smentite da Gancikoff e Galatioto, i quali fanno sapere che trattativa si è fermata per motivi burocratici ma riprenderà nei prossimi giorni, lo stesso non si può dire per la fusione Vivendi-Premium.

Le parole del braccio destro di Bollorè Arnaud de Puyfontaine - “Premium? Ci hanno detto che era una Ferrari, invece è una Punto” - lasciano poco spazio ai dubbi. La holding francese non intende rispettare i termini dell’intesa secondo cui Bollorè sarebbe diventato socio di Berlusconi con il 3,5% acquisendo il 100% di Premium in cambio del 3.5% delle azioni di Vivendi. “I ponti con Mediaset non sono ancora tagliati” ha fatto sapere il numero uno di Vivendi, ribadendo la falsità delle voci che vogliono i francesi alla conquista di Cologno Monzese.

Ma in ogni caso il dietrofront di Vivendi ha fatto saltare i piani di Mediaset di rilanciare il club e di godere dei frutti sperati dall’acquisizione dei diritti di Champions League (costati ben 606 milioni).

Lo scambio azionario con la francese Vivendi avrebbe dato un valore di 800 milioni alla pay tv di Berlusconi, mentre la cessione del Milan ai cinesi avrebbe portato direttamente nelle case di Fininvest 700 milioni di euro, che ora mancano. Non è una cifra di poco conto considerando che la holding di Cologno ha chiuso il 2015 con un sostanziale pareggio ma con quasi 800 milioni di debiti e un rosso superiore a 80 milioni. Adesso Mediaset è pronta a intentare una causa miliardaria contro il gruppo di Bollorè.

Fininvest, Milan ai cinesi: trattativa ferma o saltata?

Le trattative di Fininvest con il consorzio cinese per la cessione del Milan sono a rischio fallimento? La notizia per cui i cinesi avrebbero abbandonato l’idea di acquisire il club rossonero è stata smentita da Gancikoff, futuro amministratore delegato e colui che insieme a Galatioto tiene in piedi la trattativa.

La firma per la cessione della squadra, però, per un motivo o per un altro (prima le modifiche alla percentuale di azioni, poi il problema di dover scrivere il contratto in 3 lingue), continua a slittare. Tant’è che, tra le varie ipotesi, è trapelato anche il dubbio che manchi il denaro necessario a concludere l’affare (750 milioni di euro, compresi 250 di debiti) e che qualche investitore possa essersi tirato indietro.

Per mettere a tacere i rumor che parlano del buco nell’acqua di Fininvest Galatioto ha fatto intendere che è previsto un nuovo incontro tra le parti in data 16 agosto.

Il problema è che dopo Ferragosto il countdown per la fine del calciomercato, che senza la firma di entrambe la parti è ufficialmente bloccato, sarà più stringente. Non c’è che dire, per la holding della famiglia Berlusconi si prospetta un agosto 2016 bollente.

Mediaset-Vivendi, salta la trattativa: fusione con Sky?

Durante il braccio di ferro tra Berlusconi e Bollorè per la fusione Mediaset-Vivendi la stampa e le banche d’affari (con Mediobanca in prima fila) erano tornate a vagheggiare l’ipotesi Murdoch. Con il matrimonio con Vivendi saltato, l’idea di un accordo Mediaset-Sky è tornata a fare capolino.

Considerando che la concorrenza su un mercato asfittico come quello delle pay-tv in Italia avvantaggia sì i consumatori ma non le aziende, questa fusione non sarebbe un’utopia. Peccato che anche Sky potrebbe avere tutto fuorché un interesse verso Premium. Se, infatti, da una parte Murdoch potrebbe eliminare un competitor fastidioso che si è accaparrato la Champions League, dall’altra parte prendersi Premium significherebbe sobbarcarsi anche i suoi numeri disastrosi.

La società di Berlusconi nel 2015 ha chiuso con un rosso di 89 milioni e altri 50 milioni solo nel primo trimestre del 2016. Dal 2008, anno del suo debutto sul mercato, Mediaset Premium ha bruciato 350 milioni, stando ai dati di alcuni analisti finanziati; ma non è finita qui, perché sui conti non rosei della rete a pagamento del Biscione pesano altri 200 milioni di debiti con le banche. E non sono piccolezze neanche per un colosso come Sky.

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