Un’azienda italiana storica chiude il libro della sua storia: Richard Ginori, infatti, l’azienda di porcellane di Sesto Fiorentino, chiude i battenti, dopo che il tribunale di Firenze ne ha certificato il fallimento. Il tribunale ha inoltre nominato Andrea Spignoli come curatore fallimentare, viste le sue conoscenze delle vicissitudini aziendali. "Ci sarà massima collaborazione da parte mia con il curatore", ha affermato il presidente del collegio dei liquidatori Marco Milanesio "al fine di portare a termine il lavoro che il collegio aveva iniziato per la salvaguardia dei creditori, dei lavoratori e del patrimonio artistico della Richard Ginori. Mi auguro che si possa verificare la continuità aziendale".
Le proteste dei lavoratori
Una decisione presa affatto bene dai dipendenti della Richard Ginori, che hanno espresso tutte le loro perplessità con lacrime e rabbia. Per l’esponente dei Cobas Ginori Giovanni Nencini, la situazione che si è andata a creare risulta "allucinante e paradossale". "Oggi era tutto predisposto perché i lavoratori rientrassero in fabbrica", ha dichiarato Nencini, per poi accusare: "Questa decisione induce a pensare male. Non vorrei che dietro questo fallimento ci siano dei giochi particolari".
L’11 settembre 2012, infatti, era stato effettuato il ricorso per l’ammissione alla procedura di concordato preventivo e al contempo era stato avviato il procedimento per rilevare la Richard Ginori, con la messa in cassa integrazione per 325 dipendenti avvenuta il 1° agosto, ovvero quando la fabbricazione delle porcellane si era fermata. Diverse aziende, tra cui la Lenox-Apulum, si erano presentate per rilevare l’offerta, con quella della cordata sopraccitata (formata da una società americana e da una rumena) che aveva superato la proposta della piemontese Sambonet e che, nel recente dicembre, era stata già considerata la salvatrice della Richard Ginori. Successivamente, tuttavia, l’eventuale acquisizione aveva destato delle problematiche di diversa natura rilevate dal Tribunale fallimentare, generando di conseguenza il fallimento sopraccitato.
Proprio per questo motivo lo stupore, tra dipendenti, figure politiche e sindacali, è grande. Il grido di gioia di dicembre si è rapidamente trasformato in un grido di dolore.
A questo punto la Sambonet ha deciso di rientrare in gioco, per voce del suo presidente, Pierluigi Coppo: "Manifestiamo la nostra disponibilità a riconsiderare l’acquisizione di Richard Ginori".
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti